Papadopoli, il parco è da restaurare telecamere contro vandali e droga

VITTORIO VENETO
Sarà restaurato il parco di Villa Papadopoli. È il più storico della città e uno tra i più ricchi, sul piano naturalistico, del Veneto. Vanta ben 55 piante secolari, tra cui una sequoia che è tutelata come bene culturale. A suo tempo, questo gioiello era stato inserito dal Fai nell’elenco dei beni ambientali da tutelare. Il concorso “I luoghi del cuore” raccolse migliaia di adesioni. «Abbiamo deciso di metterci mano – fa sapere il vicesindaco Gianluca Posocco – perché da tempo è in stato di abbandono. Era manutentato dai volontari dell’associazione ‘Insieme per Ceneda’ che, però, ha spento l’attività. Chiamerò a raccolta le diverse associazioni del quartiere per verificare ciò che insieme si potrà fare».
ASSOCIAZIONI CONVOCATE
L’appuntamento è giovedì prossimo. «Le iniziative che verranno decise saranno avviate appena si concluderà l’emergenza coronavirus. Il parco ha la necessità anzitutto di un livello maggiore di sicurezza. Quindi – assicura Posocco – attiveremo una particolare vigilanza; installeremo una o più telecamere». Le associazioni chiederanno di considerare la chiusura di notte. «C’è chi entra in parco addirittura con l’auto – testimonia Aldo Bianchi, di “Zheneda”, residente a poca distanza - e chi, ubriaco, se ne va distruggendo o, addirittura, incendiando». C’è chi teme anche la frequentazione da parte di spacciatori.
LA GHIACCIAIA
Nella parte alta, verso la chiesa di San Rocco, il parco ha una ghiacciaia, unica per bellezza nel Veneto, e che meriterebbe di essere visitabile. Sempre nella parte alta, c’è il giardino d’inverno, che però è abbandonato a se stesso e potrebbe essere riqualificato a parco letterario. Tra parco e villa Papadopoli c’è un rifugio antiaereo. Il Comune ha chiesto all’Agenzia del demanio di acquisirlo, perché si tratta di un bunker sotterraneo tutto da visitare. Dopo la Prima Guerra Mondiale è stato utilizzato come cantina e in tempi recenti come laboratorio scientifico. Bianchi ricorda che a suo tempo il Corpo forestale dello Stato aveva censito le piante secolari e le aveva pure tabellate. «Se vogliamo trasformare il parco in un laboratorio naturalistico, sarà opportuno rifare quest’operazione» conclude Bianchi. Il vicesindaco Posocco assicura che l’amministrazione comunale s’impegna ad investire anche le risorse che saranno necessarie per trasformare il giardino in un’attrazione culturale. —
FRANCESCO DAL MAS
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