«Paolo, ti manderemo un bacio ogni sera»

MOGLIANO. Gli amici volontari con le uniformi catarifrangenti hanno atteso l'arrivo del feretro sul sagrato della chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Qualcuno, appuntato sullo stemma della protezione civile sulla maglietta, aveva un nastrino nero. Uomini e donne abituati alle emergenze e sconvolti da una morte tanto rapida che ha toccato l'associazione moglianese nel vivo. Paolo Giusto, giardiniere di 40 anni, papà della piccola Mariavittoria di tre anni, aveva scoperto la malattia a fine marzo. Una malattia che in meno di tre mesi lo ha consumato, fino alla notte tra giovedì e venerdì, quando il suo sorriso si è spento. Ieri mattina, nella chiesa di via Torino, c'erano almeno mezzo migliaio di persone. Ancor prima che il feretro entrasse in chiesa, ha preso la parola uno dei volontari. «Ciao Paolino, anima semplice, pieno di amore per il prossimo. I volontari sono inclini al servizio. Distinguersi per bontà in un ambiente di buoni è difficile. Non lo è stato per te, Paolo», ha letto commosso, «Avremmo voluto averti qui ancora a lungo, grazie per l'esempio di amore e umiltà che ci hai dato». A portare il feretro, un gruppetto in uniforme, mentre i compagni della protezione civile hanno formato un corridoio dalla porta all'altare. In chiesa c'erano, oltre alla protezione civile di Mogliano (ma erano presenti anche rappresentanti dei paesi vicini), anche i volontari della Croce Rossa, dell'associazione nazionale carabinieri, del Soccorso nautico Terranova '99, oltre agli scout di cui Paolo aveva fatto parte. L'amministrazione comunale era rappresentata dalla consigliera Margherita Biasin con la fascia tricolore. Una lettera della moglie Elisa de Rossi e della piccola Mariavittoria, letta da una conoscente, ha commosso l'assemblea. «Ciao amore, ciao papà, sei una cosa meravigliosa, sei la persona piu' altruista che abbiamo conosciuto. Quante volte hai messo da parte la famiglia per il tuo lavoro e la tua passione. Ti meriti il paradiso: fallo diventare un giardino fiorito e meraviglioso. Proteggici da lassù, qua sarà durissima ma ce la faremo. Dalla finestra ogni sera ti manderemo un bacio: prendilo, te lo meriti tutto». Don Paolo Pigozzo nell'omelia ha ricordato «il cuore aperto nella semplicità» di Paolo, ma anche il grido d'aiuto e nel contempo la speranza che lo hanno animato negli ultimi tre mesi, da quando la malattia era stata individuata. E poi, citando «L'uomo che piantava gli alberi» di Jean Giono, ha puntato sulla costanza e la pazienza. Caratteristiche del giardiniere, ma anche del volontario. Caratteristiche di Paolo.
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