Panevin sì, ma solo se mignon

Panevìn limitati all’altezza massima di un metro e mezzo, e solo 14 in tutto il territorio comunale. E poi petardi vietati non solo a Capodanno ma fino al 7 di gennaio, pena multe fino a 500 euro e, nel caso, denuncia penale. Ecco i provvedimenti presi dal Comune di Treviso in vista del Capodanno - Legambiente, a Vittorio Veneto, ne chiede intanto la limitazione - ma anche di tutto il periodo delle feste di gennaio.
A misurare i panevìn, e autorizzarli, potranno essere anche i vigili. Ma Ca’ Sugana si affida anche al senso civico dei trevigiani richiamando non solo l’inquinamento, ma anche (per i petardi) il disturbo alla quiete di anziani, bambini ma anche animali. L’ordinanza emanata ieri dall’amministrazione riporta infatti le frequenti fughe di animali spaventati dalle esplosioni, il «disagio psicofisico» generato dal rumore e dagli effetti luminosi provocati dai fuochi d’artificio su bambini, persone anziane e ammalati. Insomma, il pericolo della festa. Ca’ Sugana annuncia controlli, sperando però che i cittadini capiscano la necessità dell’ordinanza vista anche la situazione di grave inquinamento dell’aria nella Pianura padana e quindi nella Marca, dove solo negli ultimi giorni l’aria è tornata respirabile ma rischia di registrare nuove impennate a causa dei fuochi e dei botti. Resterà, comunque, il tradizionale spettacolo pirotecnico dalla torre civica, a cui il Comune non vuole rinunciare anche per non perdere la tradizione del Capodanno e dei panevìn, anche se “nani”.
«Conta il ritrovarsi», dicono dal Comune, che in tema di ambiente incassa anche la promozione della sua politica di limitazione della velocità a 30 km orari in centro storico, provvedimento assunto dalla giunta oltre un anno fa e che ora il ministro dell’ambiente ha chiesto ad altre città di adottare proprio per limitare l’inquinamento. «Alla faccia di chi diceva che erano idee inutili e destinate solo a fare cassa», sottolinea il vicesindaco Roberto Grigoletto. E proprio per proseguire su questa linea, l’amministrazione sta valutando di avviare nuove zone a 30 orari in altre aree della città. Si pensa ai quartieri, in special modo a quelle strade interne, non interessate dai grandi flussi di traffico ma districate nel cuore dei quartieri residenziali.
«È un progetto che stiamo valutando», dice Grigoletto, «sia per ragioni di inquinamento, sia per dare maggior vivibilità e sicurezza ai quartieri, tutelando chi li vive in bici e a piedi. Correre tra le case, non serve». Si fa l’ipotesi di Santa Bona, San Liberale, Santa Maria del Rovere, San Pelajo, che per conformazione urbanistica hanno ampie porzioni di territorio altamente popolate ma esterne alla grande viabilità. Da quando? Tutto da vedere. Ca’ Sugana sta cercando di segnare il passo con la sua politica green. Nella speranza paghi e abbia risposte.
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