Palmeri prova a rilanciare Replay

L’ex amministratore di Benetton ingaggiato dalla Fashion Box per uscire dalla crisi costata finora perdite ed esuberi
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ASOLO. Replay, ci prova Aldo Palmeri. Dopo quattro anni di bilanci in perdita, l’onerosa uscita della vedova del fondatore, l’ingresso del gruppo cinese «Belle International» e una dolorosa riduzione di personale, il gruppo del denim fondato da Claudio Buziol nel 1981 ed ora controllato da Matteo Sinigaglia chiama un manager di lungo corso per tentare il rilancio.

Aldo Palmeri, manager di 69 anni, uomo di fondi di investimento e fama di risanatore, è stato per dieci anni amministratore delegato del gruppo Benetton, in due riprese (una prima, coincisa con lo sbarco in Borsa, tra il 1982 e il 1990 ed una seconda tra il 1992 e il 1995).

Fashion Box, la società che detiene il marchio Replay, lo ha ingaggiato nei giorni scorsi inserendolo nel consiglio di amministrazione e conferendogli la delega di consigliere delegato. Una delega tuttavia che dividerà con il presidente Matteo Sinigaglia, che continua a controllare la maggioranza delle quote (la minoranza fa capo ai cinesi di Belle International, quotata a Hong Kong). A Palmeri infatti faranno capo le funzioni di amministrazione, finanza e controllo, risorse umane, organizzazione e servizi. A Sinigaglia restano in capo le deleghe legate a produzione e commerciale.

Siciliano di Catania, ma con base da sempre a Roma, Palmeri ritorna così al mestiere di risanatore che ha già svolto in Pagnossin, Olcese, Richard Ginori, Piaggio. Fa l’advisor per diversi gruppi industriali tra i quali Ferrero e lo ha fatto per il Comune di Roma e per il Comune di Catania, dove sta seguendo alcuni progetti di risamento immobiliare. Ex uomo di Banca d’Italia e Ministero dell’Industria, con una vasta rete di relazioni romane, è stato amministratore delegato del Gruppo Benetton disegnando la struttura organizzativa dell’azienda di Ponzano. E portando, nel 1986, il gruppo di Ponzano alla quotazione. Dopo aver lasciato la prima volta Benetton, Palmeri è stato in Citibank Italia come general manager e attualmente siede nel board di Antares, la società di private equity di Stefano Romiti.

A Palmeri l’azionista di Fashion Box affida la partita più difficile, quella del risanamento industriale e del ritorno all’utile, dopo le perdite accumulate negli ultimi quattro anni (un milione nel 2012, 7,6 nel 2013 e 29 nel 2014), con ricavi inchiodati di poco sopra i duecento milioni di euro.

L’arrivo di Palmeri giunge a pochi giorni dall’accordo sincale raggiunto per l’uscita di 49 lavoratori. Una formula mista di licenziamenti, cassa integrazione straordinaria, contratti di solidarietà e incentivi all’esodo che ha toccato tutte le aree: quella amministrativa, risorse e progetti, stile e commerciale. Un’intesa sottoscritta dai sindacati dei lavoratori Filctem Cgil e Femca Cisl, dopo il passaggio nell’assemblea di tutti i dipendenti. Da qualche giorno è inoltre attiva - fino alla fine di maggio – la finestra di incentivi all’esodo, con buonuscite comprese tra i 15 e i 23 mila euro a seconda dei livelli, che prevede la messa in cassa integrazione straordinaria per dodici mesi e poi il materasso della nuova indennità di disoccupazione per altri 24 mesi.

Al neo consigliere delegato, dunque, spetterà il completamento di questo processo e il ritorno alla redditività per l’azienda, che potrebbe anche vedere nei prossimi mesi affacciarsi nuovi potenziali investitori, magari provenienti dal mondo del private equity. Una strada dolorosa ma necessaria, insomma, per il gruppo nato dall’intuizione di Claudio Buziol, scomparso improvvisamente nel gennaio 2005 all’apice della crescita dell’azienda del denim.

Daniele Ferrazza

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