Palazzo Giacomelli svelato /FOTO

Dopo sei mesi di restauro riapre con la mostra di dipinti ottocenteschi la sede degli industriali di Treviso in Riviera Garibald. Un gioiello di storia, arte e architettura
AGOSTINI TREVISO INAUGURAZIONE PALAZZO GIACOMELLI, IN FOTO M. C. PIOVESANA PRES. UNINDUSTRIA E L.'ASS. L. FRANCHIN
AGOSTINI TREVISO INAUGURAZIONE PALAZZO GIACOMELLI, IN FOTO M. C. PIOVESANA PRES. UNINDUSTRIA E L.'ASS. L. FRANCHIN

Palazzo Giacomelli, la storica dimora biglietto da visita di Treviso per chi entra seguendo il Sile a Ponte Dante, viene “restituito” alla città completamente restaurato e nuovo punto di riferimento di attività imprenditoriali e culturali, grazie al ponderoso progetto costato 1 milione e 85 mila euro (anche con intervento della Cassa di Risparmio del Veneto), avviato sei mesi fa da Unindustria Treviso sul finire della presidenza Vardanega e concluso con l’attuale presidente Maria Cristina Piovesana, che ieri pomeriggio ha tagliato il nastro di quello che ora sarà Palazzo Giacomelli - Spazio Unindustria: sede di rappresentanza dell’associazione (2400 imprese), ma anche di esposizioni di arte e design, concerti ed incontri culturali. Unindustria con la tutela di questo patrimonio storico raccoglie l’eredità “morale” dell’illuminato borghese Sante Giacomelli, che si stabilì a Treviso, dalla natìa Tolmezzo, nel 1823 insieme al fratello Luigi (podestà dal 1848 al 1866) e che accrebbe la sua ricchezza commerciando in stoffe, acquistando e restaurando antichi palazzi cittadini, patrocinando noti pittori del tempo, ferventi patrioti (come il Sante) al servizio della causa risorgimentale. La memoria del ricco commerciante, benefattore di orfani e indigenti, oggi a Treviso è perpetuata dal bellissimo palazzo bianco sull’ansa del Sile, edificato ex novo - tra la fine del XVII secolo e primi decenni del XVIII - da Salvatore Orsetti, possidente veneziano e munifico amante dell’arte.

Sante Giacomelli acquisì l’edificio nel 1830, in una zona strategica per i traffici fluviali con Venezia, dandogli una doppia “anima”: servizi commerciali al piano terra (il fondaco); dimora al piano nobile con salone monumentale e ballatoio, sovrastato dal soffitto affrescato da Louis Dorigny nel 1715 (datazione di Luciana Crosato Larcher). Un baccanale in squisito stile rococò, dagli squillanti azzurro ed oro che con il restauro tornano a “brillare”. Il progetto di restauro è opera dell’architetto Giuseppe Cangialosi dello studio Mxc+. Interventi effettuati sotto la supervisione della Soprintendenza ai beni culturali seguendo i dettami del risparmio energetico (geotermia e led per l’illuminazione). Rispettando appieno l’aspetto originario, l’unica concessione alla modernità è il nuovo ascensore. Storia dell’edificio e concept del restauro sono raccontati dal volume edito da Unindustria , che con la riapertura di Palazzo Giacomelli fà anche un altro dono alla città: fino a 30 gennaio vi saranno esposti, a cura dello storico dell’arte Eugenio Manzato, trenta dei 54 dipinti della pregiata collezione d’arte di Sante Giacomelli oggi di proprietà dei Musei Civici di Treviso. Romantiche vedute veneziane, ritratti femminili, scene esotiche, grandi tele di carattere mitologico e storico, come la bellissima “Lord Byron giura sul sepolcro di Markos Botsaris” (1850) di Ludovico Lipparini. Giacomelli fu il mecenate dei pittori Natale e Felice Schiavoni, raccolse quadri di Moretti Larese, Canella, Abbati, Caffi Querena ed altri maestri attivi alla metà dell’Ottocento. Pittori da scoprire oggi e domani con le visite guidate gratuite al palazzo restaurato dalle 10 alle 19 (prenotazioni al 335.8064945). (c.s.)

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