«Paga e libero casa tua» Il ricatto degli inquilini

TREVISO. L’inquilina non paga l’affitto e ricatta il proprietario: se vuoi evitare una causa legale per lo sfratto, che può durare due anni, dammi dei soldi e io ti libero l’appartamento immediatamente. La denuncia parte da un locatario trevigiano che si è rivolto al suo legale di fiducia. Sentendosi dire: non sei il primo a cui capita.
Un nuovo fenomeno estorsivo? Confedilizia drizza le antenne: «Sarebbe gravissimo, dai nostri associati non abbiamo ricevuto segnalazioni del genere. Ne sentiamo di tutti i colori, ma questa della richiesta di una “buonuscita” ci mancava». Nelle parole di Antonella Aceti, coordinatrice provinciale di Confedilizia, c’è la preoccupazione che casi del genere possano fare scuola.
Una novità di cui si sarebbe fatto volentieri a meno, insomma. Il locatario che ha denunciato la vicenda è proprietario di diversi appartamenti. In un paio di essi ha avuto problemi nella riscossione regolare dei canoni d’affitto: in un caso i ritardi erano dovuti alle difficoltà economiche della famiglia inquilina, con di mezzo una perdita del posto di lavoro. Lì ha cercato di andare incontro alla famiglia, accettando sospensioni temporanee dei pagamenti. Il secondo caso, invece, è decisamente diverso: l’inquilina ha deliberatamente smesso di pagare l’affitto, senza apparenti problemi economici alla base. Dopo un paio di ritardi sono partite prima alcune mail e telefonate “informative” da parte della proprietà, poi dei veri solleciti espliciti. A quel punto dall’inquilina morosa è partita la “proposta indecente”: «Datemi dei soldi e io vi libero l’appartamento. Altrimenti, resto qui e continuo a non pagare, e se mi fate la causa per lo sfratto sapete che i tempi sono lunghi».
Già, decisamente lunghi. Ce lo spiega la stessa Confedilizia, che nella Marca associa oltre duemila proprietari di immobili: «Se l’inquilino non paga per tre mesi, parte la diffida», spiega Aceti, «e se poi la situazione persiste si arriva alla causa per arrivare allo sfratto per morosità. Bisogna aspettare che diventi esecutiva, e i tempi della giustizia sappiamo quali sono. Poi è necessario che l’ufficiale giudiziario metta in opera lo sfratto, e generalmente non ci riesce mai al primo tentativo». Tradotto: dalle prime mensilità non pagate alla “liberazione” dell’appartamento quanto passa? «Almeno un anno e mezzo». Se poi ci sono di mezzo famiglie con figli a carico, la situazione si fa ancora più complicata.
Il ricatto, insomma, potrebbe trovare terreno fertile per andare a segno: a un proprietario conviene sborsare magari tre o quattromila euro e riavere subito l’appartamento libero (e quindi in grado di produrre reddito) piuttosto che averlo occupato e infruttifero per un paio d’anni. «Molto tempo fa un locatario mi ha detto proprio se non fosse il caso di proporre dei soldi a un inquilino moroso pur di toglierselo di torno», spiega Sara Pizzolon, avvocato del coordinamento legale di Confedilizia, «ma lo abbiamo dissuaso fermamente: non è corretto né legale né tantomeno morale accettare condizioni del genere. Il rischio di emulazione è molto pericoloso».
Tocca sperare, insomma, che l’inquilino paghi e non si metta strane idee in testa. «Non abbiamo, purtroppo, una banca dati che indichi quali inquilini sono affidabili e quali no», conclude Aceti, «cosa che ci espone anche al rischio di “morosi seriali” che non pagano da una parte, vengono sfrattati, trovano un altro appartamento e non pagano neppure lì».
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