Osteria senz’oste, indagati due ispettori

Valdobbiadene, De Stefani ha denunciato i funzionari dell’Agenzia delle Entrate: «Irregolarità nel verbalizzare i ricavi»
Prandi San Pieto Di Barbozza Osteria Senza Oste la domenica
Prandi San Pieto Di Barbozza Osteria Senza Oste la domenica

VALDOBBIADENE. Due funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Treviso risultano indagati dalla Procura per i reati di falsità materiale e falsità ideologica, dopo una denuncia presentata Cesare De Stefani, proprietario della “Osteria senz’oste”, per le contestazioni su presunti maggiori ricavi non dichiarati mosse alla sua azienda, la «Emporio Carni» di Valdobbiadene. Nel procedimento aperto dalla magistratura trevigiana, i due funzionari, un uomo di 37 anni e una donna di 42, sono accusati di illeciti durante un controllo fiscale all’interno dell’azienda. Cesare De Stefani era salito alla ribalta per un’altra vicenda, quella della multa, sempre da parte dell’Agenzia delle Entrate di Treviso, alla sua “Osteria senz’oste”, la casetta tra le colline del Prosecco dove per bere e mangiare qualcosa bastava lasciare un’offerta libera. In questa nuova vicenda, invece, De Stefani ha denunciato quelle che, secondo lui, sarebbero state le irregolarità che i due funzionari delle Entrate avrebbero commesso nel verbale di contestazione, a suo dire “manomettendo” uno schema Excel da loro stessi elaborato, non rispettando il procedimento, con il risultato di richiedere il pagamento di un importo non dovuto.

"Chiudo l'osteria senz'oste": la scelta di De Stefani
L'osteria senz'oste

Della vicenda, oltre alla Procura, Cesare De Stefani ha avvisato anche all’Agenzia Entrate, l’Audit Centrale di Roma, e i carabinieri. La storia dell'Osteria senz’oste all’inizio assomigliava a un sogno, con tanto di romanzi e domatori di leoni tra i suoi protagonisti, prima del brusco risveglio firmato Agenzia delle Entrate. L’Osteria nasce per caso: «Avevo questo rustico tra i colli del Cartizze», ha raccontato Cesare De Stefani, «e ogni tanto lasciavo una bottiglia per gli amici, che quando passavano sapevano dove trovarla. Poi, col tempo, ho iniziato a lasciare anche qualche forma di formaggio, e un po’ di pane.

Ma la voce si è diffusa, e qui ha iniziato a venire sempre più gente. Allora ci ho messo una dispensa sempre fornita, e un raccoglitore per le eventuali offerte. Alla base di tutto, l’onestà». Per qualche anno, funziona ma il primo campanello d’allarme arriva nel settembre 2010, con un sopralluogo dei vigili urbani e la denuncia all’Agenzia delle Entrate: quel luogo sarebbe una colossale attività in nero. Il caso esplode a marzo 2014 con la maxi-multa dell'Agenzia relativa all’evasione per il solo 2008. De Stefani non ci sta, e l'opinione pubblica si schiera compatta in sua difesa. 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso