Ospedale di comunità a Crespano

Annuncio di Mason alla presenza del piano sociosanitario al Teatro Accademico

CASTELFRANCO. «Siamo già in perfetta linea con il piano sociosanitario regionale, anche per quanto riguarda gli investimenti negli ospedali di comunità, strutture di livello intermedio tra l’assistenza domiciliare e gli ospedali per acuti dedicate in modo particolare alla riabilitazione. La prima di questo tipo sarà all’ex ospedale di Crespano». Il direttore generale della Usl 8, Renato Mason, commenta le nuove linee strategiche della Regione sulla sanità per i prossimi cinque anni: l’occasione è data dalla presentazione del piano al Teatro Accademico di Castelfranco il giorno successivo alla sua approvazione, alla presenza del presidente della V commissione sanità, Leonardo Padrin. «Con piacere», dice Mason, « notiamo che questo piano recepisce scelte e politiche già attuate da questa azienda sanitaria, anche in date piuttosto lontane. Risale, infatti, alla fine degli anni Settanta un’attenzione particolare per i servizi territoriali che il piano indica come strategica. Come è strategica la scelta di puntare più sul sociale che sull’ospedaliero: da noi è già così, visto che il 60 per cento degli investimenti va sui servizi territoriali e il rimanente 40 per cento sugli ospedali. Teniamo presente che in altre aziende il rapporto è inverso». Ma il piano, almeno per quanto riguarda l’Usl 8, porta anche un… sospiro di sollievo rispetto al timore di un suo ridimensionamento per la fusione con altre realtà sanitarie. Pericolo che pare essersi allontanato, come pare confermare anche il direttore generale: «Beh, viene confermato che le Usl venete devono avere un range di popolazione che va dai 200 mila ai 300 mila abitanti: la nostra è al servizio di 255 mila cittadini più un 10 per cento di cittadini stranieri. Quindi anche sotto questo profilo siamo a posto. Come anche sul rapporto tra posti letto e abitanti che devono essere tre ogni mille abitanti». Il piano fissa anche un altro principio base: un ospedale ogni Usl: «E’ vero, da noi sono due», conclude Mason, «ma saranno sempre più integrati, offrendo servizi d’eccellenza in una sede o nell’altra, puntando ad eliminare le duplicazioni ridondanti».

Davide Nordio

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