Ordigno esplode in garage: gravissimo

Stefano Cecchetto stava svuotando un proietto della Grande Guerra: mano dilaniata, una scheggia gli si è piantata in gola
Di Enzo Favero
Demarchi Montebelluna esplosione in via Cal di Mezzo, i soccorsi
Demarchi Montebelluna esplosione in via Cal di Mezzo, i soccorsi

MONTEBELLUNA. L'esplosione gli ha spappolato la mano sinistra, altre schegge lo hanno colpito al petto, una di un certo spessore gli si è infilata nella gola.

È in gravissime condizioni al Ca’ Foncello, dove è stato portato dall’elicottero, Stefano Cecchetto, 45 anni, di professione salumiere al Salumificio Stecca, con la passione per la prima guerra mondiale e per i reperti bellici di quel periodo.

L’incidente. Ieri stava smontando un proietto da cannoncino nel garage di casa sua in via Cal di Mezzo quando c'è stata l'esplosione che gli ha dilaniato la mano sinistra e lo ha ferito in varie parti del corpo, facendogli perdere molto sangue.

Erano le 16.30, Stefano Cecchetto era nel garage di casa sua, dove aveva allestito una specie di officina e dove aveva vari reperti bellici. In casa non c'era nessuno a quell'ora, la moglie Nadia e i figli Oscar e Diana erano fuori.

Forse stava smontando l'ordigno per estrarre la polvere e renderlo inoffensivo quando un probabile surriscaldamento del proietto ha fatto scoppiare la bomba da cannoncino, un ordigno calibro 37 lungo una quindicina di centimetri. L'esplosione è stata sentita distintamente nella zona. Sono accorsi i vicini, lo hanno trovato a terra in un lago di sangue, hanno cercato di soccorrerlo. Ferdinando De Bortoli è corso fuori e ha dato l'allarme chiedendo l'interv+ento del Suem. In pochi minuti in via Cal di Mezzo è arrivata l'ambulanza, mentre l'elisoccorso atterrava in uno spiazzo vicino, accorrevano anche i carabinieri di Montebelluna e la polizia locale.

I soccorsi. I medici hanno subito intuito la gravità della situazione. Stefano Cecchetto aveva perso molto sangue, la mano sinistra era così spappolata da non esserci più, schegge erano piantate in varie parti del corpo e soprattutto ce n'era una nella gola. I medici si sono occupati di lui per un'ora per stabilizzarne le condizioni, poi è stato caricato sull'ambulanza che ha fatto il breve tragitto fino al piazzale dove attendeva l'elicottero, il ferito è stato trasbordato e l'elisoccorso lo ha portato al Ca' Foncello, dove è stato ricoverato in rianimazione in gravissime condizioni.

Le indagini. I carabinieri di Montebelluna sono arrivati pochi minuti dopo che si era verificata l'esplosione e hanno subito isolato la zona. Conoscevano bene quel garage, c'erano stati anche nel luglio del 2012 a sequestrare materiale bellico della prima guerra mondiale quando il salumiere aveva avuto un incidente analogo, però con qualcosa di molto meno pericoloso: una pallottola. Hanno atteso che i medici terminassero la loro opera sul ferito e poi hanno cominciato i loro rilievi per ricostruire cosa era accaduto in quel garage. Nel frattempo erano tornati a casa anche i famigliari di Stefano Cecchetto. È risultato che Cecchetto stava lavorando con quell'ordigno sopra un banco da lavoro nel garage trasformato in officina. Secondo i rilievi effettuati stava smontando il proietto della prima guerra mondiale per estrarne la polvere e renderlo inoffensivo. L'ipotesi più probabile è che nelle fasi di smontaggio ci sia stato un surriscaldamento che ha innescato l'esplosione. Stefano Cecchetto era in piedi davanti al banco di lavoro, impugnava l'ordigno con la mano sinistra, le schegge gli hanno spappolato la mano con cui teneva la bomba e altre lo hanno colpito dal petto in su, fino alla gola. Nel garage c'erano altri reperti della prima guerra mondiale.

Il garage-officina. Per capire cosa poteva essere regolarmente detenuto e cosa invece non poteva essere in quel garage faranno intervenire gli specialisti del Genio Guastatori dell'esercito per classificare quanto c'è nel garage. Nel frattempo il locale è stato messo sotto sequestro e sigillato.

I vicini. L'esplosione l'hanno sentita un po' tutti in via Cal di Mezzo, dove in tanti conoscevano la passione di Stefano Cecchetto, originario di Volpago ma che lì abita da parecchi anni, per i reperti della prima guerra mondiale. «Erano le 16,30, la mia nipotina si era appena svegliata quando ho sentito quel botto», racconta Giancarla Panciera, che abita proprio all'inizio di quella stradina che porta alla casa e al garage di Stefano Cecchetto, «Ho pensato che dei ragazzi avessero fatto scoppiare un petardo. Poi ho visto arrivare di corsa Ferdinando De Bortoli, con il telefono in mano chiamava i soccorsi». Un po’ tutti lo conoscono lungo quella via di Caonada. «Lo si incontra, ci si saluta ma nulla di più», dice più di qualcuno, «è una persona schiva, tranquilla, ha questa passione un po’ pericolosa per i reperti bellici». In tanti nella zona non conoscevano neppure questa sua passione per i reperti della prima guerra mondiale, ma si ricordano di quanto avvenuto nell'estate del 2012. Passa anche l'assessore Adriano Martignago. «Sì», dice, «ho presente chi è. Si era già ferito in passato per lo stesso motivo». È' una persona squisita», lo descrive Dino Favero, presidente del Vespa Club di Montebelluna, «È un super appassionato della prima guerra mondiale e dei reperti bellici di quel periodo. Fa parte del gruppo di Nervesa che ha allestito un museo sulla prima guerra mondiale, va a restaurare le trincee della Grande Guerra».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso