«Orari assurdi e incompatibili Così è impossibile lavorare»
«Vedremo se prevarranno le ragioni del Comune, quelle di noi commercianti, o quelle di Amazon» ha commentato nel pomeriggio il presidente Ascocm Federico Capraro facendo capire in poche parole il clima all’interno della categoria che vede nel colosso digitale la causa di molte chiusure. E infatti tra le botteghe, dopo l’annuncio della riforma, è stato un putiferio. «Se vogliono favorire il trasloco delle botteghe verso i centri commerciali questa è la strada giusta», è stata una delle reazioni a caldo. Un colpo al cuore per l’amministrazione che in questi mesi deve fare i conti con un centro storico che soffre e mal cela insoddisfazione. Ed a dimostrarlo è stato ieri anche il commento di un commerciante del centro che per anni aveva criticato duramente la passata giunta Manildo. «Condivido l’intento, ma gli orari non hanno senso», ha sbottato ieri Roberto Vasconetto, del negozio di XX settembre, prima scrivendolo al sindaco su Fb, poi a parole. «O ci si sveglia all’alba, o si salta la pausa pranzo. E poi 10 minuti per la consegna sono veramente troppo pochi, immaginiamoci un corriere che deve fare tre consegne, come può farcela? Questo provvedimento potrebbe portare molti commercianti a trasferirsi in zone più accessibili». Ieri mattina il telefono di Enrico De Wrachien (Ascom gioiellieri e Rivivere Treviso) era bollente, «mi hanno chiamato molti colleghi. Questi orari non ci azzeccano nulla con il commercio. Il problema è che nessuno si è confrontato con noi. In Calmaggiore nessuno apre prima delle 9.30, e quindi la prima fascia viene persa. Dalle 13 alle 15 siamo chiusi, a parte i negozi delle catene. Alle 19 ormai la giornata è andata persa, favorendo chi lavora fuori dalla città. Si possono trovare soluzioni, ma il Comune ci coinvolga», ha concluso De Wrachien. Anche Antonio Bottegal condivide le stesse perplessità, «questi orari sono un problema. Il mio settore per esempio ha bisogno di consegne giornaliere, e non ci possiamo svegliare alle 5 per ritirare la merce. L’intento del Comune è corretto, ma serve una soluzione più articolata, coinvolgendo anche i corrieri. Tempo fa c’era la proposta di organizzare un centro raccolta merci per poi servire il centro con mezzi ecologici. Si lavori su questo». «La maggior parte dei negozi apre alle 10 e non tutti fanno orario continuato, come possono effettuare consegne o ritiri i corrieri con questi orari?» è il commento di Mila Stanich, commessa del negozio di rugby di via Municipio. E ancora, «non sono assolutamente orari consoni per chi lavora nei negozi. Ci sono corrieri che consegnano la mattina, altri il pomeriggio», scrive Laura Baseggio, «quindi dovrei iniziare alle 8.30 per agevolare il corriere della mattina, poi non fare la pausa pranzo per agevolare il corriere del primo pomeriggio, e quindi tirare un dritto fino a sera? Forse non hanno idea soprattutto nei cambi stagione come funziona». —
F.C.
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