Ora è scontro legale sul “bosco verticale” Dopo l’esposto Cazzaro muove gli avvocati

L’accusa: altezze irregolari, convenzione ignorata. Il costruttore: «Fandonie, il nostro cantiere è perfettamente in regola»

Giorni di fibrillazione lungo il Sile, dietro il grande terrapieno dove sta crescendo il residence realizzato dalla Cazzaro costruzioni secondo il progetto del “bosco verticale” targato Stefano Boeri. L’esposto presentato nei giorni scorsi in Comune dall’immobiliarista Giuseppe Tedeschi della Mts ha scatenato la risposta del costruttore, che ha mosso i suo legali e replicato punto per punto alle accuse mosse dal “vicino”(Tedeschi è proprietario dello stabile alle spalle del “bosco”). Una sfida durissima in punta di regolamento urbanistico. Sul tavolo la richiesta di bloccare il cantiere, in mezzo il Comune.

l’esposto

Venti pagine, redatte da avvocati e ingegneri, hanno preso di mira il cantiere lungo l’Alzaia chiedendo al Comune di fermarlo per «irregolarità». L’accusa mossa da Tedeschi riguarda le altezze degli edifici, «calcolate su un piano diverso da quello dell’Alzaia a cui dovevano essere parametrate», la procedura per l’avvio del cantiere che ha portato «a un sostanzioso aumento della cubatura edificabile», e oltre a questo il «mancato rispetto di una convenzione che è ancora in essere», spiega l’esposto, «sull’accessibilità pubblica all’Alzaia attraverso la lottizzazione adiacente».

Si fa riferimento al palazzo che affaccia su viale IV Novembre, la cui area esterna al pianterreno è stata vincolata a zona pubblica in vista di un prosieguo del camminamento esistente che avrebbe dovuto arrivare in Restera tramite un ponte e un percorso aggiuntivo. Ma adesso, lì dove a detta dell’esposto doveva esserci un passaggio, c’è uno dei palazzi del “bosco verticale”. «Il sindaco Conte si dice sicuro della correttezza del cantiere? Bene per lui, porteremo le carte in Procura e al tribunale civile la prossima settimana», incalza Tedeschi.

«Accuse farsa»

L’esposto finito sul tavolo dell’ufficio attività edilizia del Comune (e del sindaco) è stato inviato da prassi anche alla Cazzaro, cui è stato chiesto di produrre una memoria “difensiva”. Ad occuparsene un tandem di legali che ha replicato punto per punto e inviato nei giorni scorsi il faldone a Ca’ Sugana. «Non abbiamo alcun timore», risponde Mauro Cazzaro, «quell’esposto è zeppo di errori e le accuse sono pretestuose. Non abbiamo violato nessun limite di altezze, né abbiamo adottato pratiche scorrette per dare il via al cantiere. Avete idea di cosa stiamo parlando? Di che intervento stiamo portando avanti?» si infuria il costruttore, «Siamo una ditta seria e lavoriamo con tutti i crismi del caso». Convenzione non ottemperata? Passaggio pubblico interrotto? «Ma cosa stiamo dicendo, non c’era alcuna convenzione vincolante, né alcun progetto approvato. Il passaggio pubblico per la Restera lo facciamo noi, e bellissimo, ma non dove vorrebbe chi fa l’esposto». Ieri l’azienda ha mandato una mail a tutti coloro i quali si stanno interessando allo stabile per rassicurare: non c’è alcuna irregolarità. «L’esposto rischia solo di screditare». Ma la faccenda pare tutt’altro che conclusa.

Federico de Wolanski

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