Operata al Ca’ Foncello: Gianangela sta meglio

CONEGLIANO. Sta meglio, Gianangela Gigliotti. La donna aggredita a colpi di accetta dall’ex marito Stefano Rizzo è stata operata dopo l’improvviso peggioramento delle sue condizioni, che venerdì avevano fatto temere il peggio. Ora la situazione viene definita «stazionaria», ma rispetto all’allarme del fine settimana è un netto passo avanti. Quando la donna si sarà ripresa del tutto sarà sentita dagli inquirenti, che da lei venerdì scorso hanno ottenuto solo poche frasi per la ricostruzione del delitto di cui è stata vittima. Sommarie informazioni, comunemente dette, che prossimamente saranno integrate da altre più dettagliate.
Tre i colpi inferti dall'operaio dell'Asco Tlc alla moglie: due alle mani (con la recisione di tre dita) e uno al collo. L’impiegata dell’Usl 7 ha rischiato di morire dissanguata: se i soccorsi fossero arrivati un po’ più tardi, salvarla sarebbe stato probabilmente impossibile.
Nelle scorse ore il giudice per le indagini preliminari Umberto Donà ha convalidato l’arresto di Rizzo. Il pm Barbara Sabattini gli contesta l’accusa di tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione. Resta da chiarire il “mistero” dei vestiti puliti: non viene ritenuto possibile, infatti, che Rizzo non si sia macchiato di sangue durante quella barbara aggressione. Sui suoi indumenti, però, non c’era alcuna traccia. Si è cambiato? E se sì, si era portato i vestiti da casa, sapendo che si sarebbe potuto imbrattare di sangue? Sarebbe un pesantissimo indizio a favore della premeditazione del gesto. Lui, però, ha scelto di non parlare. Anche sulla sparizione dell’arma usata per l’agguato, silenzio quasi totale: Rizzo dice di averla gettata, ma non specifica il luogo esatto. Se collaborasse, potrebbe almeno ottenere qualche attenuante.
Per il momento, Rizzo rimane dietro le sbarre. Il gip ha infatti respinto la richiesta della difesa (rappresentata dagli avvocati Barbara Cotrufo e Annamaria Giovanetti) di concedere all’uomo gli arresti domiciliari. L’attuale compagna di Rizzo aveva dato la sua disponibilità ad accoglierlo in casa per evitargli il carcere. Ma, secondo il gip Donà, sussistono le esigenze cautelari del pericolo di fuga e di reiterazione del reato. «È un uomo ancora sotto shock per quanto è successo», ha detto l’avvocato Cotrufo.
Fabio Poloni
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