Operaio si getta dal ponte e muore

CAVASO DEL TOMBA. Si è gettato dal ponte di Vas, nel Feltrino, senza lasciare spiegazioni, a parte una misteriosa scritta a spray lungo la strada Feltrina e davanti alla sua casa di Cavaso. «Cioè vui dir»: un mistero anche per i parenti, increduli e distrutti.
Diego Socal, 44 anni, viveva in via Roma in località Caniezza. Era operaio alla Morex di Crespano dove ieri mattina l’hanno atteso e cercato a lungo, inutilmente. La tragedia si è consumata nel primo pomeriggio di ieri al ponte del Fante. Socal l’ha raggiunto a bordo della sua Saab, ha scavalcato il parapetto gettandosi nel vuoto. Un salto di 50 metri sotto gli occhi di un automobilista di passaggio che ha tentato inutilmentedi fermarlo.
È stata inutile la corsa dell’ambulanza del 118: all’arrivo del medico e dell’infermiere il cuore dell’operaio purtroppo aveva smesso di battere. Mistero dietro alle motivazioni del gesto e dietro quelle scritte con la stessa bomboletta spray arancione. Che messaggio voleva trasmettere? «Nessuno lo sa - dice in lacrime lo zio, che fa il ragioniere comunale e vive nella casa accanto al nipote - L’abbiamo visto per l’ultima volta martedì sera, ci era sembrato tranquillo, niente di quello che ha detto lasciava pensare a questo gesto drammatico». L’uomo, che viveva solo, dallo scorso aprile aveva trovato lavoro come operaio alla Morex di Crespano, ditta specializzata nel settore metalmeccanico. «Era addetto alla galvanica - racconta un impiegata - oggi (ieri per chi legge, ndr) doveva iniziare il turno di lavoro alle 13 fino alle 21 ma Diego non si è mai presentato in azienda». I colleghi erano preoccupati di quella assenza così strana e inspiegabile. Nessuna telefonata per avvisare e l’operaio aveva anche staccato il telefono per rendersi irreperibile. «Abbiamo provato per tutto il giorno ma c’era sempre la segreteria - continua la collega - eravamo molto preoccupati perché pensavamo che avesse avuto un incidente o che si fosse sentito male in casa». Anche la vicina di casa ieri mattina l’ha visto per l’ultima volta. «Era un bravo ragazzo sempre sorridente non capisco cosa gli sia successo» dice. Eppure da qualche tempo qualcosa lo turbava. «Prima delle ferie era sempre con la battuta pronta, con il sorriso e scherzava molto con i colleghi - spiegano in ufficio - era rientrato a lavoro lunedì, dopo la chiusura estiva per le ferie». E già qualcosa nell’animo dell’operaio era cambiato. «Non sorrideva più, sembrava svanito, sempre silenzioso e preoccupato», sottolineano i colleghi. In via Roma viveva da solo dopo la morte della nonna. Ieri pomeriggio la sua decisione di farla finita. Prima le scritte con lo spray sul basculante del garage poi quella sul muro sulla strada Feltrina. Arrivato all’altezza del ponte di Vas lo sguardo fisso nel vuoto, in tasca l’ultima busta paga del suo lavoro che si era guadagnato con tanta fatica, e poi quel volo, drammatico verso la morte.
Vera Manolli
Roberto Curto
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso