Operaio morì travolto dal muletto, il datore di lavoro non ha colpe

F. D. M.

VITTORIO VENETO

Operaio trentenne morì in uno scontro fra muletti, il datore di lavoro non ha alcuna responsabilità. Il gip Monica Biasutti ha archiviato la posizione del presidente del cda di Pezzutti group spa di Pordenone, Emanuele Bassetto, 58 anni, di Vittorio Veneto, difeso dagli avvocati Remo Anzovino e Alessandro Da Re. Lo stesso pm Federico Facchin aveva chiesto l’archiviazione, a conclusione dell’indagine. I familiari della vittima si sono opposti. Nella sua ordinanza il gip Biasutti ha ripercorso la vicenda dagli atti di indagine e della perizia dell’ingegner Pavon, disposta in incidente probatorio.

Bagna Lare, assunto come carrellista il giorno prima tramite un’agenzia interinale, il 10 luglio 2020 stava guidando il carrello elevatore nel magazzino della Pezzutti group, senza aver allacciato la cintura di sicurezza e con le forche alzate, per prelevare pallet dagli scaffali. Dalla sua destra è sopraggiunto il secondo muletto, condotto dal preposto Antonio Noviello, che ha urtato il mezzo di Bagna Lare. Quest’ultimo si è ribaltato a causa delle forche alzate ed è rimasto schiacciato dal suo mezzo perché non indossava le cinture. Non si sono visti a causa dei bancali depositati a terra. Il perito Pavon ha concluso che Noviello procedeva a 13 km/h, mentre la velocità prudenziale sarebbe stata di 7, poiché sapeva della presenza del secondo muletto in quell’area. Secondo il perito il preposto avrebbe dovuto suonare il clacson. Dall’indagine è emerso che il documento di valutazione dei rischi (Dvr) della Pezzutti group aveva correttamente preso in considerazione il pericolo di urto fra carrelli, prevedendo di dotarli, proprio entro la fine di quel mese, di un lampeggiante blu sul tettuccio (circostanza tuttavia ritenuta ininfluente nell’incidente). Il perito ha osservato che se la catasta di pallet fosse stata depositata solo 60 centimetri più indietro, i due carrellisti si sarebbero avvistati per tempo. «Ma tale osservazione non equivale a sostenere – ha concluso il gip – che il datore di lavoro abbia responsabilità». —

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso