Omissione soccorso dopo l’incidente Steccanella a giudizio

La difesa del noto avvocato: si è fermato ad aiutare i ragazzi contro cui era finito poi è andato via per una crisi ipertensiva

VITTORIO VENETO. Il noto avvocato vittoriese Michele Steccanella ieri è finito a giudizio con l'accusa di omissione di soccorso. Secondo la procura era fuggito dopo un incidente. La difesa invece sostiene che si era fermato e non c'erano stati feriti, lui era andato via a causa del bisogno immediato di un medicinale. I suoi legali, per dimostrare l'estraneità al reato che gli viene contestato, hanno dimesso al giudice una serie di documenti, tra cui le registrazioni delle telefonate tra una delle persone coinvolte nel sinistro e il personale di carabinieri e del 118. Da quelle chiamate emerge che lo stimato professionista vittoriese si era fermato per sincerarsi delle condizioni di salute delle due persone che erano nella vettura contro cui si è scontrato. Ieri si è svolta l'udienza filtro, per la sentenza sarà necessario attendere il 15 luglio. La difesa ha chiesto il giudizio abbreviato sulla base degli atti, facendo inserire nel fascicolo processuale quei documenti che proverebbero l'innocenza di Steccanella. L'incidente era avvenuto la notte di domenica 27 novembre 2011 a Colle Umberto, tra via Cima Vallona e via Tagliamento. L'avvocato alla guida della sua Porsche era finito contro un'Alfa 159, al cui volante vi era un giovane di 23 anni e al suo fianco un'amica. Si era scatenata una carambola paurosa ed era stata abbattuta la recinzione di una casa. L'avvocato Steccanella era sceso dal suo veicolo per aiutare gli occupanti dell'Alfa, che non apparivano feriti. Insieme all'altro guidatore avevano valutato i danni riportati dai mezzi e tutti sembrano esserne usciti incolumi. La donna a bordo della 159 invece prima chiamò i carabinieri e poi il pronto soccorso per farsi medicare. Il legale se ne andò via perchè ebbe un innalzamento della pressione. Per evitare scompensi cardiaci di cui soffre, si recò nel suo studio situato accanto alla caserma dei carabinieri. Lì ha lasciato la sua Porsche e superata la sua crisi ipertensiva, la mattina seguente andò dai militari per fornire la sua testimonianza. «Non mi sono mai allontanato dal luogo dove è avvenuto l’incidente per sottrarmi alle mie responsabilità» disse l'avvocato. A suo favore vi sono inoltre delle pronunce del Prefetto e del giudice di pace di Vittorio Veneto. Il prefetto ha annullato la multa per la mancata precedenza che gli era stata attribuita in seguito ai rilievi. Il giudice di pace gli ha ritornato la patente, che era stata sospesa a causa di quel sinistro. Questi elementi, portati dalla difesa, fanno propendere in una assoluzione dall'accusa di omissione di soccorso.

Diego Bortolotto

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