Omaggio a Gini, il fondatore dell’Istat
MOTTA DI LIVENZA. La città di Motta rende omaggio a Corrado Gini nel 50esimo anniversario della morte con una serie di iniziative che iniziano questa mattina alle 11 con l’apposizione di una targa commemorativa a palazzo La Loggia. Corrado Gini nacque a Motta nel 1884 dai genitori Luciano e Lavinia Locatelli, una famiglia agiata della borghesia agraria. Corrado prese il nome di uno zio, scomparso poco più che trentenne per una malattia contratta nella terza guerra di indipendenza, a cui era accorso volontario, che fu sindaco di Motta, consigliere provinciale, fondatore e primo presidente della Banca Mutua Popolare. Il padre Luciano aveva impiantato già alla fine dell’800, accanto all’attività agricola, una filanda a vapore, alimentata da gas naturale estratto dal sottosuolo. Laureatosi in Giurisprudenza nel 1905 all’università di Bologna, il giovane Gini è fin da subito avviato alla carriera universitaria. Dopo alcune cattedre in diverse università, arriva nel 1925 a Roma a ricoprire la cattedra di statistica dove rimase fino alla pensione. Interruppe l’insegnamento solo tra il ’44 e il ’45 quando gli venne presentato il conto per la sua fede fascista: nel ’44 dovette dimettersi da tutti gli incarichi accademici e venne sospeso per un anno nel 1945 per apologia del fascismo. Gini fece ricorso contro tale sentenza e alla fine venne ordinato il non luogo a procedere. Nel 1927 fondò l’Istat e ne fu il primo presidente per cinque anni. I suoi studi sulla metodologia statistica e demografica in Italia lo hanno reso immortale; in particolare i suoi studi sulle misure di concentrazione per studiare la disuguaglianza dei redditi, il cosiddetto Indice o Coefficiente di Gini, è tutt’ora adottato a livello internazionale, con il presidente Barack Obama che lo utilizza spesso e volentieri nei suoi discorsi. Corrado Gini morì a Roma il 13 marzo 1965. (c.st.)
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