Olimpias, contratti di solidarietà a Caserta

Cassa integrazione nello stabilimento campano per un anno, nessuna conseguenza sulla sede di Ponzano

ponzano. Il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha autorizzato il trattamento di cassa integrazione straordinaria, all’interno del regime dei contratti di solidarietà, per lo stabilimento di Pignataro Maggiore (provincia di Caserta) della Olimpias, storico marchio della famiglia Benetton specializzato nella preparazione e filatura di fibre tessili. Uno scossone che, per ora, non ha alcuna ripercussione sulla sede principale dell’azienda, a Ponzano Veneto, dove i lavoratori - dopo le turbolenze di qualche anno fa che costarono una trentina di uscite - continuano a operare senza interruzioni. Il decreto del ministero è dello scorso 23 gennaio, la cassa integrazione straordinaria è stata concessa dal 23 dicembre scorso al 22 dicembre del 2020. . Già in passato lo stabilimento campano di Olimpias era stato interessato dai contratti di solidarietà. «L’azienda non ci ha comunicato nulla per quanto riguarda Ponzano» fanno sapere fonti sindacali, che tengono a rassicurare i dipendenti trevigiani del gruppo: «Nella Marca si continua a lavorare senza problemi».

Quella di Olimpias è stata una delle vertenze più delicate degli ultimi anni, il simbolo - come altre marchi storici della zona - delle difficoltà incontrate dal comparto tessile. La società di Ponzano, in particolare, aveva attraversato acque particolarmente agitate fino al 2019. La crisi di Olimpias aveva lasciato sul terreno una trentina di disoccupati: l’ultima tornata di cassa integrazione straordinaria nella Marca è scaduta nell’estate del 2018, una cinquantina di addetti era stata riassorbita in Benetton Group (e anche il marchio era rientrato nel gruppo principale) mentre per gli altri era stato possibile accedere agli ammortizzatori sociali. Dopo i sacrifici, la rinnovata volontà dei proprietari del gruppo e della famiglia Benetton a credere nel rilancio di Olimpias era stata accolta con favore da lavoratori e forze sociali, che la considerano la ricetta migliore per uscire dalla crisi che attanaglia il settore.

L’ultimo bilancio disponibile - relativo al 2018 - mostra ricavi in calo rispetto al 2017, toccando quota 288 milioni di euro, rispetto ai 299 milioni dell’esercizio precedente. Nel 2018, tuttavia, è tornato in positivo l’Ebitda, margine operativo lordo, a quota 1,4 milioni, rispetto agli 1,7 milioni in negativo del 2017. Risultato netto nel 2018 ancora negativo per 12,4 milioni di euro. —

Andrea De Polo

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