Old Beton, guerra dei rumori in tribunale

L’azienda impugna i divieti del Comune. Il sindaco: «Tutelare i residenti»
SUSEGANA. Guerra dei rumori tra Old Beton, Comune di Susegana, residenti e Provincia: il caso finisce davanti al Tar con due ricorsi presentati dall’azienda. Al centro del contenzioso il cantiere di Colfosco della Old Beton - azienda del Gruppo Ceotto che si occupa di demolizioni civili e industriali - che nei mesi scorsi ha subìto un provvedimento di sospensione dell’attività di recupero di rifiuti non pericolosi, e anche un diniego di permesso di costruire. Entrambi gli atti sono stati impugnati dalla Old Beton con ricorso proposto contro Comune, Provincia e Regione, patrocinato dall’avvocato Andrea Franchin. Il Comune di Susegana si costituirà in giudizio coi suoi avvocati.


«La vicenda - spiega il sindaco Gianni Montesel - nasce dopo una serie di lamentele e proteste dei residenti di Colfosco nella zona del cantiere. I disagi sono legati a rumori, ma anche a vibrazioni e polveri per l’attività di macinazione di scarti edili e altre attività del genere. Sono state effettuate misurazioni ed accertate irregolarità, che hanno portato al provvedimento di sospensione dell’attività di recupero di rifiuti non pericolosi. In passato sono state trovate anche opere difformi alle concessioni rilasciate, sia pure di lieve entità». E in passato, a detta dei residenti, le vibrazioni produssero anche qualche crepa agli edifici circostanti. «Ci costituiremo davanti al Tar - annuncia il sindaco - perché vogliamo difendere i nostri provvedimenti e tutelare i residenti contro i possibili disagi, che sono stati più volte riscontrati».


Non è la prima volta che i problemi del cantiere Old Beton di Colfosco arrivano davanti ad un giudice. Nel dicembre di due anni fa l’imprenditore Vittorio Ceotto, titolare della Old Beton, fu prima condannato dal Gip di Treviso - e poi assolto dal giudice monocratico di Conegliano - per fatti risalenti al 2002: l’inosservanza di un’ordinanza comunale, emessa per ragioni di igiene e sanità, con cui veniva imposto alla ditta di adottare soluzioni tecniche adeguate a ridurre i rumori dell’impianto di macinazione.

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