Obiettivo Unesco, nuovo tema «Qui c’è la viticoltura eroica»

Tarzo, San Pietro di Feletto e Revine ritornano in “core zone”. Conegliano no L’assessore regionale Corazzari in pressing sui Comuni perché accelerino l’iter

CONEGLIANO. I Comuni di Conegliano, Susegana e San Vendemiano, pur essendo tra i 15 che producono Prosecco Docg, non faranno parte della “core zone” (la zona centrale) delle Colline riconosciute patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Rientrano, invece, nella ‘buffer zone’ (quella periferica) e, in alcune parti, quelle più urbanizzate e industrializzate, della ‘comitenze zone’. Fuori anche Colle Umberto. Dentro, invece, Revine, almeno la parte collinare. Dentro, pure, Tarzo, con l’amministrazione comunale che ha avuto un ripensamento sulla opzione di starsene fuori. Dentro anche San Pietro di Feletto, per alcuni ettari lungo le Mire.

IL VERTICE

Ieri pomeriggio, a Solighetto, in villa Brandolini, l’assessore alla cultura del Veneto, Cristiano Corazzari, ha presieduto una riunione con i sindaci, assessori e tecnici dei 29 Comuni che l’anno scorso avevano aderito alla proposta di candidatura Unesco; erano 28, si è aggiunto Segusino. Corazzari ha raccomandato ancora una volta che i consigli comunali deliberino in merito alla proposta di armonizzare i regolamenti urbani stici e di arrivare all’Unesco con un programma di rispetto ambientale e, semmai, di valorizzazione, che sia unico. I tecnici della Regione, a differenza dell’anno scorso, hanno selezionato il paesaggio collinare per l’unicità che certifica: dalla natura geomorfologica del territorio (i famosi ciglioni) alla coltivazione agricola che è avvenuta nel massimo rispetto dell’ambiente.

VITICOLTURA EROICA

L’agricoltura o la viticoltura eroica, come si suol dire. Che significa? Il corridoio stradale tra Piave di Soligo e Follina, per fare un esempio, è escluso dalla “core zone”, perché comprende anche fabbriche o edifici che non hanno nulla di caratteristico. La montagna di Follina, Cison, Revine, oltre che di Miane, è stata esclusa. Ci sono dentro soltanto le colline (oggi di Prosecco, domani di chissà quale altro vino), puntellate dei caratteristici ‘caselli’ per i quali ci sarà una particolare valorizzazione. Corazzari ha raccomandato che la proposta di armonizzazione urbanistica venga fatta propria anche da quella manciata di Comuni che ancora non si sono pronunciati.

vincoli e opportunità

Nelle prossime settimane il regolamento verrà perfezionato con alcuni ‘vincoli’ che in verità il governatore Luca Zaia preferisce chiamare ‘opportunità valoriali’. Si diceva dei caselli, magari da trasformare in siti di accoglienza turistica, come celle per i moderni eremiti, tanto sono piccoli. Via il cemento, ovviamente, dai vigneti. Le testate dei filari saranno costituiti di pali di castagno. Preferibilmente in legno dovranno essere anche i pali lungo i filari, ma potrebbe essere sopportato anche il corten; via senz’altro quelli in cemento che negli ultimi anni hanno sostituito i pali in legno. Vedremo anche le rose o altri fiori in apertura dei filari? La Scuola enologica fa… scuola, appunto. Ma nel dossier della candidatura non si precisano i fiori da piantare, si scrive invece che saranno scelte delle essenze autoctone. Soprattutto per quanto riguarda le siepi. —

Francesco Dal Mas

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