Nuove farmacie in provincia di Treviso: venti aperture negli ultimi 6 mesi

TREVISO.Trovare una farmacia aperta vicino a casa sarà sempre meno un problema. Ne stanno aprendo venti di nuove, distribuite in 19 diversi Comuni: è la seconda “infornata” - il termine corretto è “interpello” - del decreto Monti, con il quale sono state assegnate 72 sedi in Veneto, una rete capillare di negozi (uno ogni 3.300 abitanti, anziché uno ogni 5 mila come accadeva prima) che tuttavia, spiegano gli stessi farmacisti, non registrano più i guadagni di un tempo, in un mercato saturo con margini sempre più ridotti. Tanto che qualcuno, pur in possesso di licenza, decide di non aprire nemmeno.
piccolo boom. Nel capoluogo l’ultima in ordine di tempo ad aver aperto è quella di Claudia De Stefani e Tiziana Favero. Non è passata inosservata: a due passi dall’ospedale, da inizio dicembre occupa gli spazi lasciati vuoti da un’altra attività storica di via Marchesan, Zuin Giocattoli. Come le altre 19, la licenza è arrivata grazie al concorso pubblico indetto dall’allora governo Monti, che impone ai titolari di aprire entro sei mesi dall’assegnazione della sede decretata dal Comune (indicativamente il secondo “interpello” dovrebbe completarsi all’inizio del 2019). Gli altri esercizi che sono riusciti a entrare in graduatoria si trovano nei Comuni di Treviso (il nominativo di riferimento indicato nella delibera regionale è quello della dottoressa Maria Rita Macaluso), Villorba (referente Paolo Sciacca), San Vendemiano (Clorinda Guidolin), Colle Umberto (Luca Frusi), Povegliano (Cristiano Bettiol), Loria (Claudio Bertolin), Borso del Grappa (Mariangela Broi), San Fior (Chiara Patelli), Quinto di Treviso (Sergio Comacchio), Istrana (Roberto Galtarossa), Montebelluna (Michele Casale), Carbonera (Dario Rossetto), Giavera del Montello (Paola Rossi), Pieve di Soligo (Lina Rebeschini), Paese (Maria Battistuzzi), San Biagio di Callalta (Chiara Zanatta), Casier (Maria Rosa Garzo), Nervesa della Battaglia (Chiara Cinotti), Fonte (Sebastiano Redo). Molte di queste sono già state inaugurate, altre lo saranno nelle prossime settimane, qualcuna rinuncerà. Si tratta, appunto, del secondo interpello. Le farmacie aperte in seguito al primo interpello sono operative sul territorio già da fine 2017, mentre si ricorrerà più avanti - in primavera - al terzo interpello per l’assegnazione di eventuali sedi che resteranno ancora vacanti in seguito alla rinuncia degli assegnatari.
Non sempre conviene. «Sono finiti i tempi d’oro» ha dichiarato Alberto Fontanesi di Federfarma Veneto, ed è ciò che ripete anche il trevigiano Franco Muschietti di Farmacieunite. «A livello regionale non tutte delle 200 aperture previste nelle prime due fasi sono andate in porto, capita che i destinatari dell’assegnazione rinuncino» spiega Muschietti, «alcuni Comuni hanno indicato, come sede da aprire, zone poco popolose, questo può aver dissuaso qualcuno. È chiaro che invece una sede come quella davanti all’ospedale di Treviso, l’ultima ad aver aperto, è considerata tra le migliori, e chi ha vinto il concorso avrà evidentemente un vantaggio notevole. Ci sarà in ogni caso un terzo interpello che andrà a esaurimento della graduatoria». In un contesto di questo tipo chi ci guadagna è, ovviamente, il cittadino. Le farmacie aperte sul territorio si sono moltiplicate e hanno raggiunto anche frazioni poco servite fino a poco tempo fa. E la vicinanza tra esercizi commerciali innesca dinamiche di concorrenza a beneficio di prezzo e qualità del servizio.
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