Novecento studenti trevigiani:«Solo uniti contrastiamo i bulli»
L’evento di sensibilizzazione nel progetto #bastaparole a Villorba. Una testimonianza: «Da vittima a teppista e bocciato tre volte: ha cambiato vita diventando barbiere»

La voce dei ragazzi si leva: «Non siamo soli contro i bulli». Le foto condivise su WhatsApp per deridere e le prese in giro sono gli atti di prepotenza più diffusi tra gli studenti di 11 e 12 anni, come quelli che venerdì 11 aprile si sono ritrovati al centro commerciale Panorama di Villorba per un momento di consapevolezza contro il bullismo.
Come rispondere? Sono ancora i più piccoli ad offrire la soluzione: «Bisogna fare gruppo e parlare con qualcuno».
L’incontro
L’11 mattina il centro ha accolto una rappresentanza dei quasi 900 studenti delle scuole trevigiane coinvolti nel progetto #bastaparole, un’iniziativa di Odos Group e dell’associazione MaBasta - Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti. L’incontro, che ha visto la partecipazione di Mirko Cazzato, ideatore di MaBasta, e degli psicologi del progetto “Ti ascolto” dell’Ulss 2, segna l'avvio del mese contro il Bullismo e il Cyberbullismo ospitato all'interno del centro commerciale. Un percorso educativo con totem informativi e contenuti multimediali che mira a coinvolgere adolescenti, famiglie e visitatori in un’opera di sensibilizzazione.

«Non affrontiamo i bulli da soli»
Ieri gli studenti presenti hanno potuto confrontarsi con Cazzato e con i volontari dell’associazione, approfondendo gli aspetti legati al bullismo e al cyberbullismo. Luca, uno dei ragazzi presenti, ha lanciato un messaggio di coraggio: «I bulli sono meno di ciò che appaiono e, anche se sembra difficile evitarli, abbiamo imparato che è facile chiedere aiuto: bisogna rivolgersi agli adulti, alle persone di riferimento che sanno come intervenire per superare la situazione».
Anna ha condiviso la sua esperienza: «Ho assistito ad episodi di bullismo, in particolare ad atti di cyberbullismo come la condivisione di foto su WhatApp per deridere qualcuno, oppure l’uso in classe di parole offensive. Se si è vittima di bullismo bisogna parlare con qualcuno, non bisogna affrontare i bulli da soli. Se, per esempio, io parlo con i miei genitori, loro parlano con quelli del bullo e così si potrebbe arrivare a fare la pace».
Un appello alla solidarietà tra coetanei è giunto da Marco: «Se un mio compagno di classe o un amico sono vittima di bullismo, noi dobbiamo dare una mano. Per evitare il bullismo, dobbiamo essere bravi a socializzare e a fare gruppo contro questi episodi».
Diffondere la consapevolezza del fenomeno è la chiave per l’ideatore dell’iniziativa. «I ragazzi sanno già che cosa fare contro il bullismo. Queste iniziative servono per rafforzare i concetti - commenta Mirko Cazzato - Eravamo in una scuola media della provincia di Enna. Da qualche settimana una ragazzina di 15 anni si era tolta la vita per bullismo ed un ragazzo in una classe si è messo ad inveire contro i coetanei. I nostri volontari si sono arrivati e il ragazzo ha avuto un colloquio di due ore con la preside. Sembrava il bullo, invece era lui stesso vittima una vittima in cerca di attenzione».
“Ti ascolto”
Il progetto “Ti Ascolto” dell'Ulss 2 affianca queste iniziative, operando anche attraverso un gruppo Facebook dedicato al supporto genitoriale.
«Attualmente abbiamo 4.200 famiglie iscritte, ora stiamo valutando per ampliarsi su Instagram e TikTok - spiega Francesco Biasin, referente di “Ti Ascolto”- A livello di prevenzione dobbiamo lavorare con i ragazzi di quinta primaria o di prima secondaria».

Biasin racconta anche una storia emblematica: «Quest’anno abbiamo lavorato con l’Engim di Oderzo e abbiamo incontrato un ragazzo. Lui è arrivato in Italia nel 2012 dal Kosovo, era vittima di bullismo ed è diventato lui stesso un bullo. Andava in palestra, era grande e grosso, era stato bocciato a scuola almeno tre volte, in più non c’era stata una vera integrazione. Verso il 2016 ha riconosciuto delle figure importanti a scuola e anche nella zona in cui abitava. Ora ha 21 anni e, dopo anni di acconciatura, ha aperto un negozio di barbiere in proprio: spero ci dia una mano nel venire a parlare nelle scuole».
«La grande novità è aver portato la discussione del tema del bullismo in un luogo che in genere è associato allo svago - conclude Monica Milani, direttrice della galleria del centro Panorama - Non va dimenticato che i centri commerciali sono per i ragazzi più giovani uno dei luoghi preferiti nel tempo libero. Abbiamo ritenuto doveroso unirci al contrasto di un problema che ci tocca da vicino». —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso