Novation: «Siamo costretti al concordato dalle banche»

MONTEBELLUNA. Concordato preventivo con continuità aziendale per la Novation Spa di Montebelluna. Ma l’azienda, con un fatturato di 55 milioni l’anno, sarebbe in salute. «Siamo stati costretti al...
TOME' TREVISO ASSEMBLEA ASSOSPORT,PRESENTA IL NUOVO PRESIDENTE, LUCA BUSINARO NUOVO PRESIDENTE agenzia fotografica fotofilm
TOME' TREVISO ASSEMBLEA ASSOSPORT,PRESENTA IL NUOVO PRESIDENTE, LUCA BUSINARO NUOVO PRESIDENTE agenzia fotografica fotofilm

MONTEBELLUNA. Concordato preventivo con continuità aziendale per la Novation Spa di Montebelluna. Ma l’azienda, con un fatturato di 55 milioni l’anno, sarebbe in salute. «Siamo stati costretti al concordato dalle banche che non ci hanno concesso la rateizzazione del debito a lungo termine. Tolgono l’ossigeno alle imprese, in questo modo uscire dalla crisi diventerà impossibile per molti». A parlare è Luca Businaro, amministratore delegato del Gruppo e presidente di Assosport: negli anni ha contribuito alla trasformazione di quest’azienda, fondata nel 1967 proprio a Montebelluna. Fino al 2004 Novation ha fatto parte del gruppo Nike, poi si è progressivamente staccata dalla multinazionale diventando leader nella lavorazione di materiali ad alta tecnologia come il carbonio e protagonista in mercati di nicchia specializzati come quello della sicurezza. Ad essere ammessa alla procedura di concordato oggi è la Holding del gruppo, Novation Spa: l’operazione non tocca il business, cioè le tre società Novation Tech, Jolly Scarpe e Tcx. «Realtà in bonis», spiega Businaro, «che ora si troveranno a fare i conti con la contrazione dei fidi bancari». Novation ha mantenuto la produzione a Montebelluna, ha sedi in Romania, in Ungheria, oltre a diverse filiali commerciali. Il problema, spiega Businaro sarebbe iniziato nel 2012, quando due istituti di credito avrebbero negato la richiesta di rateizzazione del debito a lungo termine. «Questo ci ha impedito di approvare il bilancio in continuità a marzo, l’unica soluzione possibile è stata fare richiesta di concordato preventivo in continuità e ripartire. Non avremo problemi a soddisfare le banche operative e i creditori, poi pagheremo anche i debiti a lungo termine, come comunque avremo fatto. Ma in questo modo le banche hanno ottenuto ciò che volevano: la tutela legale». L’operazione non toccherà i livelli occupazionali, ne inficerà la prosecuzione dell’attività, ma non sarà indolore: costerà al gruppo circa un milione di euro. (s.g.)

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