Nonni vigili, non ci sono più volontari

Il bando aveva fatto notizia perché, per la prima volta, il Comune di Treviso aveva dato la possibilità di vestire i panni del “nonno vigile” anche a ragazzi e donne. Ma a quanto pare questa novità non è piaciuta. Ca’ Sugana cercava almeno 20 persone: non ne ha trovata neanche una. Allo scadere dei termini infatti nessuno ha bussato alla porta del municipio per candidarsi.
È stata una vera e impietosa doccia fredda per l’amministrazione, che sperava di offrire una possibilità di lavoro anche ai disoccupati, ad associazioni, a raggruppamenti temporanei di volontari che volessero mettersi in gioco. I soldi sul piatto, per la verità, non erano molti: 35 mila euro (circa un terzo di quanto stanziato anni fa) che dovevano servire a coprire sia le spese assicurative, sia quelle del servizio in senso stretto. Ma a mettere i bastoni tra le ruote non sembra sia stato il fattore economico, quanto piuttosto quello burocratico.
A fare il deserto attorno alla divisa del nonno vigile potrebbe essere stato proprio il bando, presentato a suo tempo dal Comune come «strumento strutturato per evitare che un servizio simile venisse lasciato all’estemporaneità» (come disse l’assessore Caterina Cabino), ha invece creato una muro di burocrazia difficile da scavalcare da chi fino a qualche anno fa si limitava a offrire la propria diponibilità mettendosi al servizio del Comune (anche a rischio di ritrovarsi in mezzo a un tira e molla infinito), risultando poco interessante per cooperative e associazioni di volontariato già impegnate in altri campi più redditizi.
Fatto sta che da due giorni il Comune si è trovato una bella patata bollente tra le mani. La scuola inizia infatti tra poco più di un mese: agosto – tra ferie e assenze – è il periodo peggiore per pianificare servizi o accordi commerciali, c’è pochissimo tempo (per non dire che non c’è) per emanare un altro bando. Una situazione di «vera emergenza», come l’ha definita qualcuno a Ca’ Sugana. La giunta affronterà il caso la prossima settimana dopo aver fatto alcune valutazioni. «È una situazione difficile», ammette il vicesindaco e assessore alla sicurezza Roberto Grigoletto, «anche perché non possiamo coprire tutti i passaggi pedonali per ingressi e uscite dalle scuole degli studenti, con la polizia locale».
Il servizio prevede una copertura di circa 8.000 interventi nell’anno scolastico. L’anno scorso, per penuria di volontari, il Comune aveva affiancato ai nonni vigile alcuni agenti, ma pensare di coprire tutto il servizio solo con la polizia locale «è più che arduo». Ma arduo è anche percorrere una delle strade ipotizzate nei corridoi per risolvere il problema se non si trovano altre vie: ridurre i passaggi pedonali presidiati, magari aumentando i divieti di transito in orario scolastico.
Federico de Wolanski
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