Non soffia nell’etilometro: "Ho la rinite" e gli ridanno l’auto dopo 18 mesi

Non riusciva a emettere aria, dopo sette tentativi a vuoto sequestrata la Bmw a Wilmer Archiutti L’imprenditore è stato assolto: ha dimostrato che all’epoca era malato. E ora chiederà i danni

TREVISO. Soffia nel “palloncino” una, due, tre volte. È arrivato a sette, senza mai riuscire a metterci abbastanza fiato per ottenere un risultato leggibile. Per i carabinieri si trattava di un banale trucchetto per tentare di evitare la multa: da lì sanzione e denuncia penale. Non solo: è scattato il sequestro ai fini della confisca dell’auto, una splendida Bmw 640 cabrio. Peccato che l’automobilista, Wilmer Archiutti, 42 anni, fosse affetto da rinite con tanto di certificato medico: davanti al giudice ha persino portato lo pneumologo a testimoniare. Ieri l’automobilista, difeso dall’avvocato Fabio Crea, è stato assolto.

Lieto fine? Più o meno. Il controllo dei carabinieri e il sequestro dell’auto risalgono al 2 dicembre del 2014, l’assoluzione e il dissequestro del mezzo invece sono freschi freschi di ieri mattina. In pratica, l’imprenditore è rimasto un anno e mezzo senza la propria auto, che tra l’altro stava cercando di vendere (valore stimato: centomila euro). E ora è intenzionato a chiedere i danni per questo motivo.

Wilmer Archiutti è un imprenditore molto noto: è titolare, con la famiglia, della Archiutti Spa di San Biagio di Callalta. Lo zio Giacomo Carlo, inoltre, è il fondatore della Veneta Cucine. Wilmer è noto anche per una sua passione molto particolare: i mattoncini Lego. È sua, infatti, la mega collezione che ha dato vita a una vera e propria città fatta con i Lego, visitata da oltre diecimila appassionati nell’esposizione che si è tenuta tra dicembre e gennaio nella chiesetta di San Gregorio, a Treviso.

Il controllo con l’etilometro è stato effettuato la sera del 2 dicembre 2014 a Conegliano. Secondo i militari, spazientiti dopo il settimo tentativo andato a vuoto, si configurava la violazione del codice della strada, nello specifico dell’articolo 186 comma 7, ovvero rifiuto di sottoporsi all’alcoltest. Il reato non c’è, come ha dimostrato l’imprenditore tramite il proprio legale: non era un rifiuto, era un’impossibilità fisica a soffiare nell’etilometro.

La casistica legata ai controlli con l’alcoltest è ormai ricchissima di curiosità. C’è chi si è salvato perché la sera del controllo c’era nebbia (l’umidità eccessiva può influire sui risultati) e chi ha dimostrato che non aveva alzato il gomito prima di mettersi al volante, bensì aveva utilizzato del colluttorio.

Caso più recente: il manager della Porsche salvato dalla dissenteria. Proprio così: Luca Baldin, 42 anni, montebellunese, viene fermato dalla polizia dopo una fuga ai 220 all’ora in autostrada, alla guida di una potente Porsche Carrera. Ammette di essere stato a una cena con i colleghi e l’etilometro indica un tasso di 0,60 (il limite è 0,50). Lì però il manager si sente male e viene portato in ospedale. Viene dimesso qualche ora dopo, ha avuto un attacco di dissenteria. Il ricorso al giudice di pace è vincente proprio per questo: l’esito dell’alcoltest potrebbe essere stato falsato dalla disidratazione.

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