«Non fu vero incendio», assolto Zanchetta

L’imprenditore marenese e altri tre imputati scagionati per l’incidente all’Hotel Majoni di Cortina

MARENO. Sette anni per quattro assoluzioni. “Il fatto non sussiste” per gli imputati di incendio colposo dell’hotel Majoni di Cortina, del 28 dicembre 2011, l’imprenditore marenese Efrem Erasmo Zanchetta (noto anche per la catena di abbigliamento), il riminese Roberto Mazzotti e gli jesolani Stefano Bars e Angelo Comin. Nell’ultima udienza del processo, il pubblico ministero Rossi non ha replicato e il giudice Feletto ha potuto chiudersi in camera di consiglio, uscendone con la sentenza e le motivazioni contestuali. Tanto per cominciare, «l’allarme funzionava, ma quella sera era stato tacitato e non si è attivato. Al di là di questo aspetto, bisogna stabilire se l’evento sia giuridicamente qualificabile come incendio. Occorre distinguere tra il concetto di fuoco e combustione: l’incendio si ha quando il fuoco divampa irrefrenabilmente in vaste proporzioni e le fiamme si propagano con potenza distruttrice, così da porre in pericolo l’incolumità delle persone. Nel caso di specie, c’è stata solo una combustione, non un fuoco. Le fiamme hanno interessato soltanto una parte del ripostiglio al primo piano (qui sono state rinvenute tracce di carbonizzazione), non le stanze, né altre parti dell’albergo e sono state spente immediatamente dai vigili del fuoco intervenuti». Importanti le testimonianze: «Quando un ospite è uscito dalla propria stanza, ha visto solo faville fuori dal ripostiglio e non fiamme e non c’è stata alcuna scena di panico: la situazione non era particolarmente pericolosa. L’uomo che ha dato l’allarme ha riferito della presenza di fumo intenso solo al quarto piano, ma di essere sceso senza problemi fino alla reception, perché in ogni caso si vedeva benissimo». Insomma, «l’incendio non si è verificato. Non c’è stato fuoco irrefrenabile e i clienti non hanno corso pericoli» ha concluso Feletto. Nella sua requisitoria, il pubblico ministero Tricoli aveva chiesto un anno e sei mesi per il proprietario Zanchetta e un anno per gli altri imputati. I difensori di Efrem Erasmo Zanchetta, Barel e Pollesel commentano l’esito: «Il tribunale ha accolto totalmente la tesi della difesa, sia sul punto che l’impianto antincendio in realtà era funzionante, sia sul punto che non si è mai sviluppato un incendio vero e proprio. La pronuncia farà giurisprudenza perché ha chiarito che, perché si possa parlare di incendio deve verificarsi un fuoco di vaste proporzioni, con tendenza a diffondersi e in grado di mettere in pericolo l’incolumità delle persone. Nell’hotel Majoni invece nulla di tutto ciò si è verificato».

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