Neonato morto in sala parto La Procura all’Usl: fuori le carte

Il pm Sanzari indaga per interruzione colposa di gravidanza e dispone l’autopsia sul piccolo Mamma e papà chiedono chiarezza sulla tragedia consumatasi nell’Ostetricia del S.Giacomo
DEMARCHI CASTELFRANCO NUOVO INGRESSO SALE OPERATORIE OSPEDALE castelfranco pronto soccorso rianimazione ospedale conegliano via treviso vazzola cà vendramin
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E’ nato già morto: una tragedia che potrebbe far inserire i medici e il personale del reparto di ostetricia nel registro degli indagati. Interruzione colposa di gravidanza: è l’ipotesi di reato - ancora contro ignoti - formulata dal sostituto procuratore Valeria Sanzari in merito alla tragedia avvenuta all’ospedale di Castelfranco, con un bimbo nato già morto.

Ora sarà disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso del piccolo: se l’esame dovesse accertare delle responsabilità dirette, il personale medico della struttura che era in servizio al reparto di ostetricia potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati.

Il sostituto procuratore ha già chiesto alla struttura ospedaliera chi fosse in servizio il giorno del drammatico travaglio costato la vita al nascituro.

Ora, come detto, sarà l'autopsia a chiarire le cause della morte del bambino deceduto nella sala parto del reparto di ostetricia dell'ospedale San Giacomo di Castelfranco. Il piccolo è morto prima ancora di venire alla luce. Il nodo cruciale è non solo stabilire se potesse essere salvato, ma addirittura se la morte sia stata provocata da una negligenza dell'equipe medica che ha seguito il travaglio della madre, L.D., 36 anni, finito in tragedia.

A denunciare il fatto è stato il marito della donna e padre del piccolo, M.C., 39 anni, di Riese: vogliamo solo giustizia, ha detto. E la procura ha iniziato a muoversi, con la doverosa prudenza del caso ma anche con altrettanto doverosa determinazione.

La donna è arrivata al San Giacomo con il marito all’una e mezzo di mercoledì pomeriggio. Si è distesa sul lettino della sala travaglio. Era alla sua seconda gravidanza: cinque anni fa ha visto nascere la sua primogenita.

L' ostetrica l'ha collegata alla macchina del monitoraggio. Dieci minuti di normale controllo delle contrazioni, poi se n'è andata lasciando la mamma sola con il marito per una quarantina di minuti. Perché così tanto? Un cambio di turno?

E’ quanto dovrà chiarire l’Usl. E’ poi arrivata un'altra ostetrica che ha controllato il tracciato del monitoraggio, e ha letto il dramma. Ha chiamato il medico di turno. Il tracciato del cuoricino del bimbo era piatto.

La corsa in sala parto per un cesareo d'urgenza non è bastata a salvare il piccolo. «Una morte bianca, succede», hanno comunicato la tragedia al papà che il giorno dopo era dal legale, l’avvocato Sebastiano Sartoretto, a firmare l'esposto da consegnare alla procura della Repubblica di Treviso.

Prematuro, secondo il legale, parlare di una richiesta di danni: prima è necessario fare chiarezza e capire se questa tragedia, perché non ci sono altri modi per chiamarla, potesse essere evitata.

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