Nella banda rapinatori e spacciatori

Coinvolti nomi noti della malavita ai tempi della Mala del Brenta e di Maniero, come Livieri e Rampon
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 28.01.2013.- Operazione "Zefiro".- Nella foto da sx Gen.Parente Mario, Proc.Delpino, Col. Masciulli e Dir.Centr.Antidroga Ortenzi Alessandra.-
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 28.01.2013.- Operazione "Zefiro".- Nella foto da sx Gen.Parente Mario, Proc.Delpino, Col. Masciulli e Dir.Centr.Antidroga Ortenzi Alessandra.-

Cominceranno nei prossimi giorni gli interrogatori degli arrestati: dovranno presentarsi davanti al giudice veneziano Roberta Marchiori che, su richiesta del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Rita Ugolini, ha firmato le ordinanze di custodia cautelare. Uno, sarebbe stato il diciassettesimo indagato, non ci sarà perché nel frattempo è morto in ospedale. Si tratta dell’imprenditore di Camponogara Luigi Biancato, che avrebbe avuto un ruolo importante in questo traffico internazionale di droga: era colui che trattava alla pari con i calabresi per partite di hashish da trasferire in Veneto. Aveva già conosciuto le aule di giustizia perché era stato rinviato a giudizio e processato per il bancarotta del «Tronchetto Park», il mega parcheggio coperto e scoperto alle porte della città lagunare. Assieme ad altri imprenditori veneziani e padovani, tutti già condannati, doveva rispondere di una bancarotta fraudolenta da 34 miliardi di vecchie lire. È morto prima della sentenza.

Ma non è l’unico ad essere già entrato in un’aula di Tribunale: tra gli arrestati ci sono anche personaggi noti, sia tra i veneti sia tra i calabresi, per le loro imprese criminali. Il mirese Luca Livieri, ad esempio, ha alle spalle una lunga carriera da rapinatore, di quelli che se c’è da sparare per proteggere la fuga non ci pensano due volte. E, nel 1981, Livieri era nella banda che ha rapinato l’Ufficio postale di Pontelongo e che ha sparato e ucciso un carabiniere, Michele Angelin, della locale stazione dell’Arma. E per questo è stato condannato anche per omicidio, oltre che per decine di rapine. Nel 1999, i suoi amici della Riviera avevano addirittura cercato di organizzare la sua evasione da Santa Maria Maggiore, un piano poi scoperto grazie ai collaboratori di giustizia.

Anche i l mestrino Bozzola e il miranese Rampon sono già stati dietro le sbarre, entrambiper detenzione e spaccio di cocaina. Il primo era affiliato alla banda dei «mestrini» che faceva capo a Felice Maniero e l’ultima volta è stato arrestato nel 2010, mentre il secondo proprio due mesi fa è finito a Santa Maria Maggiore perché, pur trovandosi agli arresti domiciliari, spacciava droga e pensava di non essere «pizzicato» perché aveva piazzato una telecamera che controllava l’ingresso.

Gli hanno trovato 50 grammi di cocaina. Infine, il siciliano Dell’Oglio, il calabrese Panaiia e il milanese Sarcina sono finiti in carcere nell’operazione che ha decapitato una cosca della ’ndrangheta a Milano.(g.c.)

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