Nautica Biondi, c'è il concordato

L'azienda di Lughignano aveva un «rosso» di quattro milioni
La sede di Nautica Biondi a Lughignano
La sede di Nautica Biondi a Lughignano
 
Dopo una prima fase di liquidazione arriva il concordato per la Nautica Biondi, cantiere e concessionaria di barche con sede a Casale sul Sile. L'azienda di yacht e imbarcazioni, cresciuta nella frazione di Lughignano, ha inoltrato la richiesta al tribunale di Treviso dopo aver dichiarato impossibile il normale risanamento dei conti, appesantiti da un rosso di oltre 4 milioni di euro.
 Col tempo le barche si sono rivelate un lusso per molti, come racconta il crescente numero di natanti pignorati dal 2008 in poi. La contrazione delle vendite ha costretto la famiglia Biondi a presentare un piano concordatario redatto dallo studio legale Barel Malvestio, che prevede l'intera cessione dei beni, comprese 11 imbarcazioni rimaste invendute valutate in tutto 500 mila euro.  Già in passato l'azienda - formata da tre diverse società, tutte facenti capo al gruppo Biondi - aveva avviato trattative con i principali creditori, banche e società di leasing, per una ristrutturazione complessiva dei debiti. I ripetuti incontri con gli istituti di credito non hanno però portato i frutti sperati, facendo capitolare i titolari dell'azienda che hanno avviato quindi la liquidazione. Secondo quanto predisposto dal pool di professionisti ingaggiati dalla famiglia Biondi (ai quali tra spese di assistenza e di esecuzione del piano andranno circa 160 mila euro) ai creditori chirografari andrà poco meno del 10%.  Tra questi ci sono diversi fornitori, ai quali spettano oltre 700 mila euro. In totale il passivo raggiunge i 4,9 milioni di euro, coperto in parte dal piano vendite che, in caso di omologa del concordato, verrebbe portato a termine nel giro di due anni. Una strada consigliata dai legali della famiglia, che scongiurano invece il passaggio al fallimento, procedura assai più lunga che non permetterebbe il realizzo in tempi stretti della vendita delle barche, svalutandole anche del 50%, come accaduto a inizio crisi, quando il crollo del fatturato aveva innescato una concorrenza spietata tra i cantieri. (e.l.t.)

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