Mushroom, i funghi sconfiggono la crisi

MOTTA DI LIVENZA. Mushroom, una realtà che ha sconfitto la crisi economica. L’azienda fondata dai fratelli Pozza, Fernando ed Emanuele, nel 1980 è impegnata da quasi 40 anni nella coltivazione di funghi. «La passione ci ha portato a questa scelta, sono perito agrario lavoravo in un’azienda vitivinicola a Dolegna-ha raccontato Fernando Pozza-tramite conoscenza ho scoperto questa nuova tipologia di mercato e con mio fratello abbiamo deciso di iniziare questa avventura. Inizialmente avevamo due serre, siamo partiti con il Pleurotus ostreatus, volgarmente parlando la sbrisa, poi ci siamo allargati con il pioppino nel ‘83 e nel 1992 con lo Shii Taki un fungo sconosciuto all’epoca, di origine orientale. Mi ero informato attraverso le pubblicazioni di scienziati giapponesi sulle proprietà medicinali di questa tipologia è un ottimo antinfiammatorio e antivirale». Oggi l’azienda conta 34 serre, una superficie totale di due ettari e cinque tipologie di funghi. Sono dieci i lavoratori tra cui i titolari che si occupano della ditta. La produzione annua è di circa 400 mila kg di cui il 15% biologico. «Un blocco dell’azienda è a produzione biologica da circa 20 anni, prima che andasse di moda-ha proseguito Fernando Pozza- durante i primi anni eravamo scoraggiati non c’era richiesta, adesso il mercato è in continua espansione. Per noi non c’è molta differenza tra la coltivazione biologica e quella convenzionale. Il sistema è come se fosse tutto biologico, il fungo non ha delle patologie particolari per cui non necessita di trattamenti particolari, è un organismo forte. Di per sé sarebbe biologico. I due funghi che nel bio vanno per la maggiore sono lo Shii take e la sbrisa». Il mondo della funghicoltura con la crisi economica che si è abbattuta in tutto il globo nel 2009 ha passato dei momenti drammatici, senza contare la concorrenza sleale del mercato dell’Est Europa e cinese. «In questi anni c’è stata un ecatombe a causa della crisi, ma le basi erano già state compromesse con il cambio dalla lira all’euro. In questi anni hanno chiuso parecchie realtà in Veneto e Lombardia. I costi di produzione sono alti e la grande distribuzione non premia il produttore. Noi abbiamo resistito grazie all’estero, abbiamo dei prodotti di nicchia e puntiamo sulla qualità». L’azienda esporta la produzione per il 70% all’estero, Francia, Germania, Danimarca, Belgio e Olanda principalmente e il restante rimane nel mercato italiano. Oltre a quella dei funghi la ditta si occupa della produzione dei substrati per la loro coltivazione, piccole balle di paglia macinata che vengono bagnate con del fieno o erba medica , in cui viene inoculato il micelio il corpo vegetativo dei funghi. «Sarebbe fondamentale per noi produttori iniziare a informare le persone sulle qualità benefiche di questo organismo, che aiuta a previene il tumore all’apparato digerente ed è ricco di antiossidanti e vitamina B», conclude Pozza.
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G.G.
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