Museo, l’Esercito conserverà le armi

Lo stabile sarà ristrutturato: il Comune non si fida di parcheggiare pistole e fucili nella chiesa vicina
BORIN VITTORIO VENETO CIMELI GRANDE GUERRA MARCO ZANON BIADENE PASSAPORTO BORDIGNON LUCIA VITTORIO CIMELI MARCO ZANON ORSAGO MARCELLO ARNOSTI
BORIN VITTORIO VENETO CIMELI GRANDE GUERRA MARCO ZANON BIADENE PASSAPORTO BORDIGNON LUCIA VITTORIO CIMELI MARCO ZANON ORSAGO MARCELLO ARNOSTI

VITTORIO VENETO

Sarà l’esercito a custodire le armi del Museo della Battaglia, che nelle prossime settimane comincerà ad essere sottoposto a radicali lavori di ristrutturazione, per un tempo piuttosto lungo, due anni. Troppo pericoloso conservare pistole e fucili, seppur di 100 anni fa, e quindi in gran parte inutilizzabili, in un qualsiasi magazzino, in città. Meglio affidarsi a chi ha quotidianamente le mani negli armamenti. Gran parte dei materiali della struttura museale verrà parcheggiata nella vicina chiesa di San Paoletto. La quale, però, non è adatta, neppure attrezzata per essere utilizzata come contenitore anche di armamenti così importanti. Almeno sul piano storico. A sconsigliarlo sono motivi evidentemente di sicurezza, ancorché l’edificio di culto sconsacrato possa contare su un sistema di vigilanza, fin da quando è sede di mostre d’arte. Il museo ha conservato in esposizione, in questi anni, pezzi preziosi di pistole, fucili, baionette, varie armi cosiddette bianche, appartenuti agli eserciti che si contrapposero sul Piave e fino a Vittorio Veneto. E’ dotato anche di due mitragliatrici, una italiana ed una austriaca, pezzi molto ‘ammirati’ visitatori.

«Come Comune non ce la sentivamo di depositare questo materiale nella chiesetta di San Paoletto o nei nostri magazzini – commenta il sindaco Gianantonio Da Re –, troppa responsabilità. Ed è per questo che abbiamo cercato la disponibilità del Comando militare in città».

Disponibilità immediatamente arrivata. L’amministrazione comunale provvederà a riempire, con la dovuta cautela, un intero container e a chiuderlo con tutti i sigilli del caso. Saranno quindi i competenti organi delle Forze armate in città a prelevare il grosso volume e a portarlo, molto probabilmente, in un’armeria. Non è dato sapere se in città o fuori Vittorio Veneto. La località rimarrà segreta. I cimeli che da decenni trovano accoglienza nel museo di piazza Giovanni Paolo I sono il risultato, fra l’altro, di una importante cernita, fra i tanti pezzi recuperati a suo tempo tempo dal fronte contrapposto. Si avvicinano, intanto, i tempi di avvio del cantiere, che sarà da 3 milioni di euro. L’apertura era stata fissata per aprile, ci potrebbe essere qualche ritardo. E, in ogni caso, prima della chiusura del museo saranno organizzate visite per i vittoriesi che desiderino dare un’ultima occhiata all’organizzazione attuale dell’esposizione.

Francesco Dal Mas

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