Mura di Treviso, nuovi cedimenti all’ex Camuzzi: sotto accusa il cantiere Setten

Treviso Sotterranea all’attacco: si è aperta una lunga crepa. «È la dimostrazione che è vitale il grado monumentale» 
Federico Cipolla
zago agenzia foto film treviso mura zona bastioni camuzzi
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TREVISO. «Nel bastione delle mura ex Camuzzi sono in corso cedimenti e crolli». A lanciare l’allarme è Treviso Sotterranea, l’associazione che insieme a Italia Nostra, Fai, Auser, Rotary, Lions e Amici dei Musei sta promuovendo una massiccia campagna affinché le mura cittadine vengano tutelate.

I due pericoli

Parcheggio interrato all’ex Pattinodromo e palazzine all’ex Camuzzi sono le minacce più imminenti, secondo le associazioni. E proprio quest’ultimo intervento, seppur concentrato solo su una piccola parte del bastione costeggiato da via Roma, sta mostrando le prime conseguenze della forza delle ruspe su una struttura tanto delicata.

Sul bastione si è infatti verificato un cedimento, «proprio sotto al punto in cui si sta intervenendo con un cantiere», dice Simone Piaser, di Treviso Sotterranea. La crepa è ben visibile dal marciapiede che si trova sul lato opposto del canale: un’apertura di alcun centimetri, con i mattoni staccati e caduti. «Lo diciamo da tempo: quel bastione ha grossi problemi di staticità. È tutto scritto in un dossier che abbiamo consegnato da anni al Comune».

Che sta succedendo? Da poche settimane è stato avviato il cantiere per il restauro della vecchia casa del custode del gasometro, ad opera di Alcide Setten, un cantiere che diventerà una villa, forse per lo stesso Setten. Per Treviso Sotterranea la consequenzialità degli eventi – avvio dei lavori e nuovo crollo – è più che sospetta. La struttura del bastione non aiuta la stabilità: al muro esterno si aggiunge una parete interna appoggiata su quella in mattoni, con numerosi vuoti tra una e l’altra. La spinta del terrapieno può quindi comportare spanciamenti e crolli.

«La parziale bonifica effettuata negli anni 90 si è limitata unicamente allo svuotamento del contenuto dei vecchi cunicoli-vasca, non ha in alcun modo sanato la situazione del terreno circostante, che attualmente è intriso di materiale nerastro fortemente maleodorante. Non è da escludere l’esistenza, nel sottosuolo, di ulteriori serbatoi-cavità abbandonati nel corso dell’attività del gasometro cittadino e non ancora bonificati», aggiunge sempre Piaser. Per Treviso Sotterranea la strada è quindi solo una: non autorizzare interventi sul Bastione, sbancare il terrapieno riportando alla luce la struttura originale, e condurre un restauro accurato. «Un intervento simile è stato condotto a Padova nel Bastione Santa Croce», conclude il presidente di Treviso Sotterranea Simone Piaser.

Scarsa manutenzione

Ma per le associazioni culturali quello che sta accadendo all’ex Camuzzi è emblematico della scarsa protezione che viene dedicata alle mura cittadine. Per questo si sono unite nella richiesta inviata giorni fa alla Soprintendenza e al ministero dei Beni culturali per chiedere un vincolo diretto, “monumentale”, sul sistema bastionato, ovvero lo stesso grado di tutela che attualmente interessa solo le porte antiche di ingresso alle mura.

Oggi infatti la cinta muraria è protetta solo da un vincolo indiretto, che ne tutela solo l’estetica ma non la struttura. Una condizione a cui vogliono porre rimedio le associazioni culturali cittadine al posto di chi potrebbe e dovrebbe farlo: il proprietario delle mura, ossia Ca’ Sugana: «Se le mura avessero lo stesso vincolo delle porte non sarebbero stati autorizzati interventi come quello del parcheggio interrato all’ex Pattinodromo», hanno spiegato. E nemmeno quell’edificazione selvaggia che molti decenni fa le ha visto sparire un passo alla volta in diversi punti della città, come in via dei Mille o in via Oriani, nascoste dietro all’ex sede dell’Enel. —


 

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