Muore in casa di riposo: 6 indagati

Le figlie di Renato Zanin sospettano una eccessiva somministrazione di farmaci all’Opera Immacolata
Di Fabio Poloni

CONEGLIANO. L’anziano che muore in casa di riposo. Le figlie che sospettano una somministrazione eccessiva di farmaci sedativi. La denuncia alla polizia e ora l’indagine della Procura: sei nomi sul registro degli indagati, dai vertici della casa di ricovero fino al personale medico e infermieristico che seguiva l’anziano.

Una vicenda drammatica, e dai contorni tutti da chiarire. Renato Zanin, 86 anni, era ricoverato all’“Opera Immacolata” di Conegliano, in via Lourdes. L’anziano è morto venerdì scorso. Per i familiari, che giovedì erano andati a trovare l’uomo, da parte del personale della struttura ci sarebbe stata una eccessiva somministrazione di farmaci sedativi. Un abuso che ha portato alla morte, con un nesso di causalità diretto? È quanto vuole chiarire la Procura della Repubblica di Treviso: il sostituto procuratore Gabriella Cama ha disposto l’autopsia sul corpo dell’anziano, e ha iscritto sei persone sul registro degli indagati. Un atto che non significa colpevolezza, anzi: la “garanzia” prevista dall’avviso ai sei indagati è quella di poter fornire tutti gli elementi per dimostrare la correttezza del proprio operato. L’ipotesi di reato sarebbe quella di omicidio colposo. La casa di riposo coneglianese è gestita dal marzo 1999 dalla “Fondazione Santa Augusta Onlus”, ente giuridico nato per accentrare la gestione amministrativa delle attività di assistenza agli anziani della diocesi di VIttorio Veneto. Secondo quanto raccontato al commissariato di Conegliano, le figlie avrebbero trovato il padre in stato di stordimento durante una visita effettuata giovedì scorso. Le stesse figlie a quel punto avrebbero portato l’anziano genitore in ospedale a Conegliano, dove (sempre secondo quanto riferito dalle donne) il personale medico avrebbe consigliato di abbassare le dosi di sedativi. La sera stessa, però, all’uomo sarebbero stati somministrati altri sedativi. Il giorno dopo, la morte. Evento naturale, vista l’età dell’uomo? Oppure c’è stato un sovraddosaggio di farmaci che ha indotto o accelerato la morte dell’anziano? Questione delicatissima, sulla quale la Procura vuole fare chiarezza al più èpresto. Ieri mattina il sostituto procuratore Gabriella Cama ha conferito l’incarico dell’esame autoptico alla dottoressa Silvia Tambuscio, medico legale.

La Casa di Riposo Opera Immacolata di Lourdes, nata a Francenigo nel 1942, ha sede a Conegliano dal 1948. La struttura, che sorge a fianco della chiesa parrocchiale, venne ampliata una prima volta nel 1961 (come si legge sul sito internet della struttura) e successivamente nel 1991 con la realizzazione anche di un padiglione per l’accoglimento dei sacerdoti anziani della diocesi. Dal 1978 la gestione viene affidata alla diocesi di Vittorio Veneto. Nella gestione del personale e dell’assistenza l’Opera si è avvalsa della collaborazione, dal 1961, delle suore (prima quelle della Santa Famiglia di Bordeaux, poi sono subentrate nel 1993 le suore del Sacro Volto di Gesù) per l’assistenza religiosa.

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