Muore due ore dopo il fidanzato l’addio di “Giaca” e Francesca

VALDOBBIADENE. Si sono spenti ad un paio d’ore di distanza l’uno dall’altra, entrambi su un letto d’ospedale, entrambi vittime di un tumore. La storia d’amore di Giovanni “Giaca” Dalla Costa (63 anni)...

VALDOBBIADENE. Si sono spenti ad un paio d’ore di distanza l’uno dall’altra, entrambi su un letto d’ospedale, entrambi vittime di un tumore. La storia d’amore di Giovanni “Giaca” Dalla Costa (63 anni) e Francesca Capretta (61 anni) si è chiusa tragicamente venerdì mattina, all’ospedale di Montebelluna, come forse nessuno si sarebbe aspettato.

A spirare per primo, complice un tumore che aveva colpito gli organi interni, è stato Giovanni, verso le 9.30. Due ore dopo, verso le 11.30, lo ha raggiunto Francesca, da tempo alle prese con un tumore al seno che negli anni le aveva minato anche le ossa. Era lei ad essere entrata in ospedale allo stadio terminale del male, mentre per lui i medici confidavano in una ripresa e nel ritorno a casa. Invece, dopo il ricovero di venerdì 27 aprile, nel giro di pochi giorni le condizioni di Giovanni si sono aggravate, sino alla morte sopraggiunta esattamente una settimana dopo l’ingresso in ospedale.

Anticipando di un paio d’ore l’amata compagna che giaceva in condizioni disperate in un letto a pochi metri di distanza dal suo. Una casualità secondo i medici, ma che forse ha testimoniato fino in fondo il sentimento che li legava. L’amore tra i due era sbocciato una ventina d’anni fa, dopo la separazione di Giovanni Dalla Costa dalla prima moglie, Laura De Nardi, dalla quale “Giaca” aveva avuto i figli Ylenia e Igor. Un amore nato anche dalla condivisione degli ideali politici e sociali: entrambi curavano la tesoreria della sezione Anpi di Valdobbiadene. Giovanni, infatti, era il figlio di Vito Dalla Costa, noto partigiano e poi consigliere comunale, e nipote di Ivo Dalla Costa, storico esponente del Pci trevigiano.

Era stato lui, per qualche anno, a raccogliere anche il testimone dal papà e dalla mamma Francesca Bravin della fioreria adiacente le ex poste di Valdobbiadene.

Dopo qualche anno, Giovanni aveva smesso l’attività in proprio ed era stato assunto come operaio metalmeccanico alla fonderia Fim di Quero. Da tre- quattro anni era in pensione e all’attivismo nell’Anpi affiancava la vita sociale del Gruppo alpini di San Vito. È proprio nel periodo iniziale del pensionamento che gli sarà diagnosticato il male incurabile. Francesca Capretta, invece, era stata operatrice scolastica presso la scuola primaria di Valdobbiadene e seguiva, in particolare, la biblioteca.

Due persone di compagnia, generose e che amavano la lettura. Due persone che domani, lunedì, compiranno il loro ultimo viaggio a poche ore l’una dall’altra.

Giovanni Dalla Costa sarà salutato con un rito civile alle 14.30 al cimitero di Valdobbiadene, mentre per Francesca Capretta sarà celebrato un funerale alle 16 nel duomo di Valdobbiadene.

Un rosario, sempre nel duomo, sarà recitato stasera alle 19.45.

Glauco Zuan

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