Muore a 104 anni Bressan era lo “zio d’America”

Di. B.

GAIARINE

Lo “zio d'America”, Ferruccio Bressan, si è spento sulla soglia dei 104 anni. Fu aviatore durante la Seconda guerra mondiale. Ha poi pilotato fino a cent'anni ed era stato festeggiato anche dai piloti delle Frecce Tricolori. Lo scorso anno aveva battuto pure il Covid, scoprendo di essere stato contagiato dopo un test sierologico, perchè non aveva avuto sintomi. «Sono fortunato», aveva dichiarato ai microfoni della Rai. Bressan nacque il 25 febbraio 1918, originario di Francenigo, ed aveva tanti parenti tra Gaiarine, Brugnera e Sacile. Da decenni viveva a New York, ma è rimasto sempre legato alla sua terra natale. I 101 anni li aveva festeggiati infatti con i familiari a Francenigo. Una vita avventurosa, la sua, tanto da avere risalto nazionale. Da giovane lavorò in filanda a Francenigo. Nella guerra fu sergente pilota su Savoia Marchetti 79, conobbe i figli di Mussolini. «Ma io non ho mai fatto del male e non ho ucciso nessuno», ci teneva a sottolineare Ferruccio. Si rifiutò di effettuare bombardamenti: svolgeva i voli di collegamento tra la Sicilia e la Libia.

Una volta fu colpito in atterraggio, con coraggio e intraprendenza si salvò dal velivolo in fiamme. Emigrò nel Dopoguerra e dal 1953 ha vissuto nello stato di New York, svolgendo varie attività, dal tecnico all’orefice. Ha pilotato fino a cent'anni e sino a poco tempo fa era in perfetta salute. Provo anche l'emozione del paracadutismo a 95 anni. Desiderava tornare in Italia, ma le limitazioni dovute alla pandemia l'avevano costretto a rinviare il progetto. «Sei tornato a volare tra le nuvole – il ricordo di uno dei nipoti francenighesi, Enrico Bressan - Buon viaggio, zio». —



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