Morta di choc anafilattico a 12 anni, i fari sulla pizzeria

Villorba, gli zii di Maria Vittoria: «Non ci sentiamo di dar colpe a nessuno, nemmeno al locale»
TOME AG.FOTOFILM VILLORBA ABITAZIONE MARIA VITTORIA SALVADORI DECEDUTA, VIA CAMPAGNOLA, IN FOTO L'AZENDA DELLO ZIO
TOME AG.FOTOFILM VILLORBA ABITAZIONE MARIA VITTORIA SALVADORI DECEDUTA, VIA CAMPAGNOLA, IN FOTO L'AZENDA DELLO ZIO

VILLORBA. «Non ci sentiamo di dare colpe a nessuno, non ha senso: quanto successo poteva accadere inavvertitamente anche in famiglia e può avere mille ragioni».

A parlare è Paolo Manzan, zio di Maria Vittoria, conosciuto in tutta la Marca come numero uno dell'azienda agricola biodiversa Nonno Andrea che gestisce assieme ai fratelli, nonchè per il ruolo di presidente del Consorzio di tutela del radicchio di Treviso, che ricopre dal 2009.

Venerdì sera, allertato dai genitori di Maria Vittoria, è corso anch’egli nell'abitazione in cui la giovane è mancata. Attimi terribili, difficili da dimenticare.



«Le nostre case sono vicine, abbiamo sempre passato molto tempo assieme, Maria Vittoria per me era come una figlia» dice Manzan, «Quest'allergia, nelle prime diagnosi quando era piccola, sembrava che con gli anni dovesse diminuire, nel suo caso invece è aumentata. Ha raggiunto davvero una forma violenta, che venerdì potrebbe essere stata innescata da qualsiasi causa.



E conclude: « Pertanto non ci sentiamo di puntare il dito contro nessuno, tanto meno alla pizzeria in cui stava mangiando con gli amici, lì era già stata, sapevano dell’allergia. Loro stessi sono affranti. Potenzialmente potrebbe essere stata anche una disattenzione di Maria Vittoria, un bacio di saluto o il minimo contatto con qualcuno o qualcosa. Ci resta il ricordo di una ragazza speciale, con un sorriso indimenticabile».

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