Morì in fabbrica la famiglia di Zamuner parte civile al processo

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Morì dopo essere stato colpito in faccia da un corpo contundente mentre lavorava alla trafilatrice dietro il portone numero 5 dello stabilimento Zanutta Spa di via Einaudi nella zona industriale di Dosson. La famiglia di Daniele Zamuner, all’epoca 54 anni, deceduto il 24 gennaio 2018, che si è costituita parte civile rappresentata dall’avvocato Boris Cagnin, chiederà tramite il legale un risarcimento di oltre un milione di euro. Ieri mattina in Tribunale a Treviso, è andato in scena il processo a Lucio e Gianluca Zanutta, 81 e 48 anni residenti rispettivamente a San Giorgio di Nogare e Carlino, in provincia di Udine. Ad oggi non c’è quantificazione specifica dei danni, bensì una domanda di risarcimento generica come avviene nei casi di costituzione parte civile. Poi spetterà al giudice civile nel prosieguo del giudizio stabilire l’ammontare del risarcimento. Sul tappeto le somme dovute alla moglie, rimasta vedova, ai due figli, al padre del deceduto e ai fratelli, che messe assieme potrebbero superare il milione di euro. Ieri in Tribunale è stato sentito il tecnico dell’accusa. Lo Spisal ha, di fatto, confermato quanto già emerso – come fa sapere l’avvocato di parte civile – ossia che «il macchinario era privo di alcune dotazioni di sicurezza, che erano state disattivate, provocandone la messa in moto». L’avvocato Fabio Pionelli, che difende i titolari dell'azienda, si limita a precisare: «Noi riteniamo che l’azienda non abbia responsabilità rispetto al decesso, lo dico con massimo rispetto per la persona e per i famigliari. A nostro giudizio non può essere attribuita nessuna responsabilità all’azienda».
Zamuner morì sul colpo. L’uomo stava lavorando nel reparto della “lavorazione travetti”, un grande capannone in cui le travi in legno grezze vengono tagliate, profilate e preparate per il successivo utilizzo nell’edilizia. Quel giorno era all’inizio del turno di lavoro e stava utilizzando un impianto che conosceva come le proprie tasche, forte di un’esperienza trentennale nel settore. Erano stati i colleghi di lavoro a trovarlo privo di vita, irriconoscibile per la violenza dell’infortunio, ai piedi della trafilatrice. Assieme a lui quattro altri operai che stavano lavorando su altrettante macchine: uno di loro si accorse, quasi in tempo reale, dell’infortunio. —
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