Montebelluna, la cooperativa Castel Monte affitta medici ai Pronto soccorso

Dopo Conegliano, Bibione, Verona anche gli ospedali di Cittadella e Piove di Sacco hanno deciso di ricorrere al servizio: «È tutto personale altamente qualificato» 

MONTEBELLUNA. «La specializzazione in Medicina di Emergenza e Urgenza per i medici che forniamo in appalto ai Pronto soccorso non è indispensabile. Sono richiesti in alternativa altri requisiti attinenti la formazione che ovviamente i nostri medici rispettano». Matteo Zanella, direttore sanitario della cooperativa sociale Castel Monte di Montebelluna che si è aggiudicata l’appalto per fornire medici ai Pronto soccorso degli ospedali di Cittadella e Piove di Sacco dell’Usl 6 Euganea.

Una strada che l’azienda sanitaria si è vista costretta a seguire data la cronica carenza di professionisti – ne mancano circa 120 negli ospedali dell’Usl padovana su un “buco” regionale di 1.300 – ma che ha scatenato una dura presa di posizione delle associazioni sindacali dei medici, che lamentano la mancata specializzazione e l’ingresso del privato all’interno del servizio pubblico.

Ma quello con l’Usl 6 Euganea non rappresenta per la coop Castel Monte un debutto nel campo della fornitura di medici per Pronto soccorso. «Abbiamo altri servizi analoghi attivi», conferma il direttore sanitario Zanella, «nei punti di primo intervento di Caorle e Bibione dell’Usl 4, nell’ospedale di Santorso dell’Usl 7 (Verona) e nell’ospedale di Conegliano e Soligo dell’Usl 2. Oltre a medici forniamo mezzi, autisti e infermieri, e in Veneto operiamo da diversi anni. Siamo stati contattati dall’Usl padovana che ha avviato una ricerca di mercato: nel bando sono definiti i requisiti dei medici, sia in base alle esigenze dell’azienda sia nel rispetto della normativa. Noi ci atteniamo alla legge e alle richieste del committente».

Sul fatto che ai medici destinati ai Pronto soccorso di Cittadella e Piove manchi la specializzazione, il direttore rassicura: «I professionisti che mettiamo in campo rispettano i requisiti richiesti, si tratta di personale formato, con titoli certificati. E non ci devono essere dubbi sul fatto che tutti i medici rispettino i turni di riposo».

Solo una percentuale tra il 10 e il 15% dei medici della cooperativa è in possesso della specializzazione in Medicina d’emergenza. «I profili sono vari» sottolinea Zanella, «c’è una fascia di medici sui 35 anni, per lo più senza specializzazione che ha scelto la cooperativa perché non può concorrere per un posto nel Servizio sanitario pubblico; poi una fascia tra i 45-55 anni, alcuni con specializzazione e con esperienze in strutture pubbliche che hanno lasciato a causa di un peggioramento delle condizioni di lavoro. Lavorando per la cooperativa possono decidere quante ore di lavoro prestare».

Sul fronte paga, i medici della coop vengono pagati anche più di un medico ospedaliero: «Ma sono a carico loro tutti gli oneri previdenzali, malattia e formazione».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso