A Montebelluna è crisi del commercio: sette chiusure in Corso Mazzini
Il lato nord è andato svuotandosi, mentre quello sud continua a funzionare. Christian Brugnaro, Ascom: «Colpa dei parcheggi: senza stalli gli acquirenti mordi e fuggi non vengono»

È stato uno svuotamento progressivo quello che ha interessato le vetrine del lato nord di corso Mazzini tra via Serena a via S. Maria in Colle a Montebelluna.
Oggi sono rimasti solo un ristorante di pesce, un negozio di abbigliamento, un’immobiliare; e da poco è arrivato da poco un barbiere. Ma la sanitaria, l’agenzia di viaggi, e altri negozi hanno chiuso.
Mese dopo mese una parte dei negozi si è trasferita in altre zone del centro, altri hanno abbassato le serrande ed oggi la foto che emerge è di una cortina di vetrine vuote e cartelli con la dicitura “affittasi” e “vendesi”.
Eppure è un’area centralissima, si trova lungo il corso principale che dal municipio va al duomo. Ma contrasta soprattutto con quanto si vede lungo il lato sud dello stesso tratto del corso, dove invece le vetrine sono tutte, o quasi, allestite.
Sul lato nord i numeri parlano chiaro: quattro vetrine ancora accese, e sette che si sono svuotate negli ultimi mesi.
Fa eccezione, solo temporaneamente, la vetrina che il vicesindaco Claudio Borgia ha scelto come sede elettorale in vista delle regionale, affiggendoci una sua gigantografia.
Affitti troppo alti? Mancanza di parcheggi? Arretramento del commercio cittadino? Un perché prova a indicarlo Christian Brugnaro, direttore di Ascom Montebelluna.
«Quel tratto di strada non è zona di struscio» afferma «il passeggio è soprattutto lungo il lato sud. Aggiungiamo la mancanza di parcheggi dirimpetto alle vetrine. La conseguenza è che non si fermano i clienti che devono solo fare un salto in negozio e sceglie altre zone della città dove il parcheggio è a ridosso dei negozi».
Gli stalli per la sosta non mancano in centro cittadino, ma evidentemente, quel tratto di corso Mazzini che pure ha vissuto un passato di vivace attività commerciale, non è zona per l’acquirente mordi e fuggi.
L’Ascom sta però pensando ad una politica che riempia nuovamente quegli spazi per rigenerare la zona, riprendendo in mano il progetto Metamorfosi.
«Faremo una politica finalizzata a riempire quelli spazi con servizi», aggiunge Brugnaro.
«Quello che emerge in quel tratto di corso Mazzini è un fenomeno che si nota in tutte le città e quindi i negozi che si svuotano si possono riempire con attività di servizio che non richiedono la presenza di parcheggi adiacenti perché i tempi di permanenza dei clienti si protraggono.
Nel 2026, quando ripartiremo col progetto Metamorfosi, punteremo proprio a stimolare l’insediamento di attività di servizio in quella zona».
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