Molinetto, una perizia ribalta le accuse

Per il perito del giudice civile Comune e Pro Loco potevano ridurre le conseguenze: «E le vittime non hanno colpa»
Il torrente Lierza a Refrontolo (Treviso) dopo l'esondazione a causa del nubifragio, 03 agosto 2014..ANSA/ANDREA MEROLA
Il torrente Lierza a Refrontolo (Treviso) dopo l'esondazione a causa del nubifragio, 03 agosto 2014..ANSA/ANDREA MEROLA

refrontolo. «Una condotta prudente, diligente e perita da parte del Comune avrebbe potuto quanto meno ridurre le conseguenze dell’evento. Ma anche la Pro Loco, proprietaria del terreno, doveva tener conto che quel sito era esondabile. Non è invece ascrivibile a alcuna responsabilità a carico delle vittime». È la conclusione a cui è giunto il consulente del tribunale di Treviso che, nella causa civile per la tragedia del Molinetto, inchioda il Comune e la Pro Loco alle loro responsabilità.

L’UDIENZA

Giovedì in tribunale si è tenuta l’udienza del procedimento civile, con al centro la perizia del consulente tecnico d’ufficio, l’ingegner Lanfranco Tesser. Il documento di 57 pagine stabilisce che il Comune non avrebbe dovuto autorizzare il posizionamento del tendone e lo svolgimento della Festa dei Omi quel giorno, in ragione dell’allerta meteo fatta scattare dall’Arpav. Una perizia che ribalta le conclusioni del procedimento penale, da cui invece Comune di Refrontolo e Pro Loco sono usciti completamente puliti. «Questa perizia dice le cose molto chiaramente, non c’è spazio per le interpretazioni», ha spiegato Luciano Gazzola, avvocato dei familiari di Luciano Stella, che insieme a Maurizio Lot, Fabrizio Bortolin e Giannino Breda ha perso la vita nell’esondazione del Lierzia del 2014. «In quel luogo si erano già verificate delle esondazioni, e l’allerta meteo avrebbe dovuto suggerire al Comune di non far svolgere la festa». La perizia, depositata ad inizio agosto, era quindi stata oggetto delle osservazioni presentate dai legali del Comune, lo studio Barel, e della Pro Loco, l’avvocato Piero Barolo.

le accuse

«Se per evento prevedibile», scrive il consulente, «si intende un evento che ha ragionevole possibilità di verificarsi allora si deve concludere che l’evento del 4 agosto 2014 era prevedibile». «Di fronte ad una zona esondabile», aggiunge, «il Comune avrebbe dovuto valutare le conseguenze e quindi ordinare il non svolgimento colà di feste allorquando venivano diramati stati di attenzione per fenomeni temporaleschi intensi». E infine, al contrario di quanto si era sostenuto a livello penale, arriva “l’assoluzione” per le vittime: «A loro non è ascrivibile alcuna responsabilità».

il penale

Per salvarsi «doveva bastare l’istinto di conservazione» aveva infatti scritto il giudice Angelo Mascolo nelle motivazioni con cui aveva assolto i quattro imputati per il disastro di Refrontolo: Annalisa Romitelli, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Refrontolo, l’architetto Leopoldo Saccon e il geologo Celeste Granziera, entrambi consulenti esterni del Comune per la predisposizione del Pat, e Valter Scapol, presidente della Pro loco, che concesse l’uso dell’area per la “Festa dei Omi”. —

Giorgio Barbieri

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