Attraversare il Terraglio col buio a fari spenti, la folle sfida dei ragazzi alle auto
La denuncia del vicesindaco Muraro: «In bici a fari spenti, molte segnalazioni. E i genitori danno la colpa alla scuola. Posizioneremo nuove telecamere anche in periferia, ma non bastano»

Ragazzi che attraversano il Terraglio con il buio a fari spenti in bici, o si sfidano a passare davanti al treno in corsa all’ultimo secondo o che si lanciano in bravate pericolose filmando tutto con il cellulare.
Episodi che, come racconta il vicesindaco di Mogliano, Leonardo Muraro, «sfiorano la tragedia per pura incoscienza», e che riportano al centro la necessità di investire sulla sicurezza, ma anche sulla responsabilità individuale e familiare.
«Sono ragazzi che non percepiscono il rischio», spiega Muraro, «si mettono alla prova per gioco, cercando visibilità, ma dietro c’è un problema di educazione e di rispetto delle regole. E se non si interviene, la linea tra la bravata e la tragedia diventa sempre più sottile».
Sfide a rischio vita
Negli ultimi giorni, racconta il vicesindaco, alcuni giovani sono stati individuati dopo aver attraversato i binari pochi istanti prima del passaggio del treno, come in una sfida tra coraggio e incoscienza. «Quando i genitori sono stati chiamati», aggiunge, «la reazione è stata la solita: dare la colpa alla scuola, che non educa abbastanza, che non controlla. Ma non è così. L’educazione non si può delegare. Se un ragazzo rischia la vita per farsi vedere, vuol dire che manca qualcosa alla base, nella presenza, nel dialogo, nei limiti che dovrebbero essere dati in famiglia».
E poi la nuova moda: attraversare il Terraglio in bicicletta, con il buio, a fanali spenti, facendosi sfiorare dalle auto in corsa. Un folle gioco con la morte. Il vicesindaco parla di un fenomeno che, seppur limitato, non può essere sottovalutato. «Non siamo di fronte a una criminalità organizzata», precisa, «ma a gruppi che si muovono per emulazione, che cercano la sfida, l’adrenalina, il video da mostrare agli amici. Un gioco pericoloso che rivela un disagio più profondo».
Più telecamere
Muraro lega questa riflessione al tema della sicurezza cittadina, un ambito su cui il Comune sta continuando a investire. Dopo i buoni risultati ottenuti negli ultimi anni, con un sensibile calo di furti e danneggiamenti, l’amministrazione punta ora a un ulteriore ampliamento del sistema di videosorveglianza.
«In questi giorni di assestamento e variazione di bilancio», annuncia, «abbiamo chiesto un’integrazione di 150 mila euro per installare nuove telecamere, in particolare nelle zone periferiche dove ancora non ci sono. Dove il sistema è attivo i risultati si vedono: le segnalazioni arrivano in tempo reale e gli interventi delle forze dell’ordine sono più rapidi ed efficaci». Le nuove telecamere, dotate di sensori in grado di riconoscere targhe e movimenti anomali, si sono già rivelate uno strumento prezioso per la prevenzione.
«La collaborazione tra forze dell’ordine, vigilanza privata e controllo di vicinato sta funzionando, e la percezione di sicurezza tra i cittadini è aumentata», sottolinea Muraro, «ma la tecnologia da sola non basta: deve andare di pari passo con il senso civico». I risultati, conferma, si misurano anche nella quotidianità.
«la comunità aiuti»
Nelle aree centrali, dove il sistema è più capillare, gli episodi di vandalismo sono diminuiti e le segnalazioni dei cittadini permettono di intervenire in tempi brevi. «L’obiettivo è arrivare a una copertura sempre più estesa del territorio» spiega «perché la sicurezza non può essere a macchia di leopardo: deve valere ovunque, anche nelle frazioni e nei quartieri meno frequentati». Ma la prevenzione, insiste, non è solo questione di telecamere.
«Serve una comunità che partecipa, che osserva, che educa. Il Comune può mettere gli strumenti, ma è la rete tra persone che fa la differenza». «Non possiamo pensare che bastino le telecamere per evitare certi comportamenti, perché la sicurezza non è solo un fatto tecnico: è una questione culturale. Significa insegnare ai ragazzi che la vita non è un gioco, che il rispetto delle regole serve a proteggere tutti, e che la libertà, deve avere dei confini chiari».
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