Miocardite, agronomo di 44 anni stroncato da un virus in 12 giorni

CASALE. Dodici giorni appena: un virus fulminante al cuore ha spento per sempre il sorriso di Adriano Bottazzo, dottore agronomo di 44 anni che viveva a Lughignano di Casale, papà di tre bambine, la più grande di dieci anni, la più piccola di cinque. Adriano se ne è andato nella serata di mercoledì all'ospedale di Padova, dov'era stato ricoverato ai primi di maggio. Già a gennaio aveva avuto dei seri problemi di salute per i quali era in cura, due settimane fa la situazione è esplosa in tutta la sua gravità.
I medici dell'azienda ospedaliera di Padova hanno tentato ogni strada per salvare la vita al giovane papà di Lughignano. Ma il virus che aveva attaccato il suo cuore si è rivelato letale. I primi accertamenti farebbero pensare che Adriano Bottazzo sia stato stroncato da una miocardite virale fulminante, ma la causa della morte verrà chiarita ulteriormente non appena arriveranno i risultati dell'esame autoptico e dei prelievi a cui la salma del quarantaquattrenne è stata sottoposta nei giorni scorsi. In particolare gli anatomopatologi si sono concentrati sul cuore del papà casalese. «Ancora non sappiamo con esattezza che cosa ci abbia portato via Adriano, pare una miocardite virale, tutto è successo in dodici giorni», spiegano dalla famiglia dell'agronomo, conosciutissima tra Lughignano e Casale: il padre di Adriano, Giovanni, è il titolare dell'agriturismo “Al puner”, lungo la Jesolana a Lughignano. Adriano era dottore agronomo e lavorava alla “Evoluzione Ambiente” di Oderzo, uno studio associato specializzato nella consulenza sui vigneti e nell'innovazione agronomica.
Da giovane aveva vestito per qualche tempo, prima di uno stop forzato, la maglia del Rugby Casale, una passione di famiglia: i Bottazzo sono da generazioni una colonna della palla ovale casalese, il fratello di Adriano, Giorgio, ha militato con i biancorossi prima di approdare ad altre formazioni. «Tutto il mondo passato e presente del Rugby Casale è vicino alla famiglia Bottazzo», dice il presidente Claudio Perazza. Sul sito web della società, il nastro nero del lutto e le parole di cordoglio per chi non c'è più. Ieri pomeriggio la comunità di Lughignano ha dato l'ultimo abbraccio ad Adriano: almeno cinquecento le persone che hanno partecipato alla cerimonia. Il sagrato della piccola chiesa era stato disseminato di sedie, tutte occupate ben prima dell'inizio della celebrazione. Tante persone hanno seguito la funzione in piedi.
La messa è stata accompagnata dalle note di una cantante lirica assieme a un violinista. In primo banco, la moglie Nicoletta con le tre figlie Anita, Marta ed Eva, che nell'omelia il parroco ha ricordato come “i tre fiori di Adriano”. In chiesa, oltre ai parenti, c’erano tantissimi amici di ieri e di oggi e anche i compagni di nuoto di una delle bimbe, riconoscibili dalla divisa della società sportiva, e anche i compagni di classe delle tre figlie di Adriano Bottazzo. La moglie è salita sul pulpito, affidando ad una maestra la lettura di un commosso e sentito messaggio d'amore per il “suo” Adriano. Nicoletta lo ha voluto ringraziare davanti a tutti per questi anni assieme, per essere stato compagno, padre, amico, sostegno. Poi l’assemblea si è sciolta nella commozione di tutti gli astanti.
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