Minorenne violentata dalla zio: «Anoressia per gli abusi»
vere le accuse della giovane

Aveva 11 anni quando lo zio, che abita nella bifamiliare accanto alla sua, ha iniziato ad andare a trovarla mentre era da sola. Le diceva, in modo subdolo, che le avrebbe fatto imparare dei giochi e che da grande le sarebbero serviti. Solo che quei giochi hanno avuto un contraccolpo devastante su una bambina (oggi maggiorenne) che si apprestava ad entrare nell’età dell’adolescenza.
Ora un uomo di 59 anni, operaio, residente in un comune della Castellana, è accusato del pesantissimo reato di atti sessuali con minorenne. Per sei anni, dal 2014 al 2019, avrebbe abusato della nipote con baci, palpeggiamenti nelle parti intime e atti di autoerotismo reciproco.
Una storia triste, scoperta a scuola, nel 2019, quando la ragazza, sfiancata da una pressione psicologica interiore devastante, ha deciso di confidarsi con la psicologa della sua scuola. Aveva iniziato a soffrire di anoressia: tutto il cibo che ingeriva lo vomitava. «Sono diventata così perché mio zio abusa di me», ha detto. Così, da quella denuncia è partita un’inchiesta del sostituto procuratore Mara Giovanna De Donà che ha portato a processo un operaio della Castellana.
Nel corso dell’udienza di ieri, sono state sentite una psicologa e una psichiatra che, all’epoca in cui la ragazza era in cura per anoressia, avevano fatto scrivere un tema alla ragazza dal titolo “Descrivi la tua vita”, nel quale la giovane parlava delle morbose attenzioni subite dallo zio. Analizzando lo scritto le due professioniste sono giunte alla conclusione che le accuse allo zio sono vere.
La vicenda ha devastato le due famiglie. L’operaio (difeso dall’avvocato Simone Guglielmin) nega ogni addebito. Al termine dell’audizione delle due testimoni, il collegio dei giudici (presieduto da Francesco Sartorio) ha rinviato il processo al prossimo luglio.
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