Minacciolo non riaprirà Si cerca un acquirente
san biagio
Fine corsa per la Minacciolo di San Biagio, storica azienda di arredi per interni finita in liquidazione. Ieri la famiglia Minacciolo, proprietaria della ditta, ha annunciato che la fabbrica non riaprirà, e per i venti dipendenti c’è la cassa integrazione. «Fin da inizio anno, ben prima del fermo dovuto alla pandemia, la nostra azienda si era vista costretta, a fronte di insormontabili e prolungate difficoltà di mercato, a optare per la messa in stato di liquidazione» recita la nota diffusa dalla proprietà, «da parte nostra vi è sempre stata, pur nel rammarico di dover concludere una storia aziendale significativa, la volontà di adempiere responsabilmente agli impegni, innanzitutto a quelli verso i propri collaboratori. Per questo, è stato per tempo avviato un percorso condiviso con le rappresentanze dei lavoratori e con le organizzazioni sindacali, al fine di offrire la massima tutela possibile ai nostri collaboratori. Si precisa che l'informazione ai lavoratori e la consultazione con i loro rappresentanti sindacali si è svolta (e conclusa) prima dello scoppio dell’epidemia. La nostra azienda ha comunicato, con un messaggio in segreteria, l’avvenuta messa in liquidazione, semplicemente per uno spirito di trasparenza». I collaboratori sono quindi in cassa integrazione. È già stata avanzata apposita richiesta al Ministero del Lavoro per fruire della “cassa” straordinaria per cessazione di attività per una durata di dodici mesi. L’auspicio è che all’orizzonte si palesi un investitore interessato a rilevare il marchio. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso