Metropolitana, passi avanti per la fermata di Marocco

Nel Piano urbano di Venezia si parla apertamente di questa soluzione caldeggiata anche dai comitati moglianesi Ma c’è il problema dei costi

MOGLIANO. Appello dei comitati per la stazione metropolitana di Marocco: stavolta le istituzioni non si girano dall’altra parte. Il Comune di Venezia ha recentemente reinserito la fermata ferroviaria nel Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) riaprendo speranze che da vent’anni vengono regolarmente disattese. Anche la Regione, per voce dell’assessore ai trasporti Elisa De Berti, ha mostrato aperture nell’ambito di un incontro che si è svolto a novembre scorso. «Mi occupo di questa vicenda dal 2000», racconta Edda Costacurta, attivissima residente del versante veneziano dell’abitato di Marocco, «Ci sono segnali confortanti, speriamo davvero che sia la volta buona».

Mentre infatti lungo la stessa linea ferroviaria cominciava a prendere forma la fermata Sfmr della Gazzera, per anni rimasta allo stadio di crisalide, l’amministrazione Brugnaro metteva nero su bianco l’intenzione di concretizzare anche i vecchi progetti della fermata di Marocco in via Mozambano, laterale di via Scarante, che corre parallela ai binari sul versante sud del fiume Dese. Gran parte dell’opera ricade sul territorio comunale di Venezia, ma sarebbe anche l’intera frazione moglianese a beneficiarne. «Crediamo in questo progetto», commenta anche il sindaco Davide Bortolato, che assieme al presidente dell’associazione di quartiere, Alessandro Gorgosalice, ha partecipato all’incontro con De Berti, «e siamo convinti che ricopra un ruolo strategico sul fronte della mobilità. La nuova stazione sarà collegata al Moglianese con un ponte ciclopedonale».

L’intervento si lega a doppio filo anche con la tanto attesa rotonda del Postiglione, tra via Terraglio, via Gatta e via Marocchesa. Ma soprattutto rimane appeso al nodo delle risorse. La Regione è stata chiara: senza la compartecipazione delle amministrazioni, non se ne parla. Trattandosi di un investimento milionario si impone un’attenta valutazione costi-benefici: ma è certo che il combinato disposto tra fermata Sfmr e nuovo rondò potrebbe rivelarsi strategico per risolvere le criticità storiche di quell’area, e forse per incentivare anche qualche intervento di riqualificazione. —

Matteo Marcon

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