Metano tagliato alla Burgo Restano a casa 200 operai

Forniture ridotte per emergenza gelo: da ieri e fino a sabato stop alla produzione E’ l’effetto di un accordo tra Cartiera e Ministero. Preoccupazione tra i dipendenti
Di Enrico Lorenzo Tdona

CARBONERA

Macchine ferme alla Cartiera Burgo di Mignagola. Duecento operai sono a casa da ieri fino a sabato in ferie “forzate” per la mancanza di metano, propellente necessario per far muovere le linee di produzione. A interrompere la fornitura è stata la società del gas sulla base di un contratto stipulato dalla Cartiera con il ministero dello Sviluppo economico, che permette di tagliare il metano alle aziende comprese nell'accordo in cambio di forti sconti sulla bolletta. «Purtroppo siamo tra i cosiddetti interrompibili” - spiega Vittorio Perra, rappresentante interno della Fiom-Cgil – non era mai capitato negli ultimi dieci anni, tutta colpa del maltempo e del freddo polare. I nostri fornitori di gas sono principalmente russi che hanno chiuso i rubinetti facendo scattare il piano di interruzioni. Ci sono circa 2 mila aziende in Italia che hanno sottoscritto questo tipo accordo e il nostro gruppo è tra questi. Di 13 cartiere Burgo attive in Italia solo due sono rimaste attive». A lavorare a pieno regime è infatti la Cartiera Burgo di Villorba - l'unica insieme alla consorella di Tolmezzo - anch'essa colpita dal provvedimento, che ha però rimesso in moto una vecchia centrale termica. «Abbiamo attivato la caldaia oleosa per evitare di fermarci – racconta Roberto Chin, altro Rsu di fabbrica a Villorba – è stata messa in moto martedì per evitare il blocco delle macchine e ritardi sui lavori». Dall'interno della grande fabbrica di Mignagola si percepisce un insolito silenzio, mentre sulle cancellate esterne pendono appesi dei cartelli che comunicano la chiusura temporanea dello stabilimento. A prestare servizio resta solo il magazzino, intento a consegnare merci e accogliere le materie prime trasformate poi in lunghi rotoli di carta, rivenduta in tutto il mondo dal gruppo Burgo, che conta in tutto oltre 4 mila dipendenti e un giro d'affari superiore ai 2 miliardi di euro l'anno. A suonare per primo l'allarme su possibili interruzioni era stato appena due giorni fa il vicepresidente degli industriali trevigiani con delega all'energia Claudio Cunial, preoccupato dai tagli alla rete inferti dai fornitori stranieri, in parte rimpiazzati con forniture extra da parte dell'Algeria, che evidentemente non sono bastate per soddisfare le fame di gas cresciuta con il brusco calo delle temperature. A pagarne le spese è la Burgo stessa, che paga salato il fermo macchine così come il ripristino del ciclo produttivo. «La situazione per noi lavoratori non è facile – spiega ancora Perra – c’è l’accordo da rispettare».

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