Meningite a Treviso, c’è un altro caso al Ca’ Foncello Grave donna di 40 anni

TREVISO. Un altro caso di meningite da pneumococco all’ospedale Ca’ Foncello. Una donna di 40 anni è ricoverata da sabato scorso in gravi condizioni, e dopo la fase più acuta in Rianimazione, è ora stata spostata in Terapia intensiva nel reparto di Neurochirurgia, diretto dal professor Giuseppe Canova.
Solo pochi giorni fa si era avuto un altro caso di meningite da pneumocco, rivelatosi poi mortale: vittima un uomo di 46 anni di Candelù, Paolo Duo.
Ma il quadro clinico della donna, stando alle prime indiscrezioni, non è così allarmante. Anche se il personale medico segue attentamente il decorso della patologia della donna, che risiede in un comune vicino a Treviso.
OCCHIO ALLE OTITI. Anche in questo caso ci sarebbe a monte, un’otite trascurata dalla donna, in un quadro di febbre alta. La signora, per il peggiorare della situazione, sarebbe infine stata portata al Ca’ Foncello, dove i medici hanno subito diagnosticato la meningite.
«Se con febbre alta si hanno dolori forti all’orecchio, è bene consultare subito un medico e farsi prescrivere una terapia antibiotica», spiega il professor Roberto Rigoli, primario di Microbiologia e coordinatore dei primari del Ca’ Foncello, «sono sintomi che non vanno assolutamente trascurati».
La cadenza ravvicinata dei due casi – stando alla letteratura medica – è un fenomeno raro. Ma gli stessi ambienti medici del Ca’Foncello sottolineano come in entrambi gli ultimi casi l’aver trascurato i sintomi possa condurre a un’alterazione degli indici statistici delle meningiti da pneumococco.
Lo scorso anno, a dire il vero, nei primi mesi, l’Usl 2 aveva registrato un numero record di meningiti, superando in un bimestre la media annuale di 10 diagnosi. Un fenomeno attentamente studiato: gli esperti erano giunti alla conclusione che la causa principale dell’infezione fosse l’influenza accompagnata da una forte faringite, che facilitava l’entrata del batterio pneumococco (il 15% della popolazione ne è portatrice sana) nel sangue fino ad arrivare alle meningi.
È fondamentale – ribadiscono i medici – l’immediata terapia antibiotica (di qui l’importanza di consultare subito il proprio medico), per arginare l’infezione e impedire che l’otite diventi una sorta di “porta di ingresso” del batterio verso le meningi.
NESSUNA PROFILASSI. Lo Streptococcus pneumoniae o Pneumococco è, dopo il meningococco, è uno degli agenti più comuni della meningite. Oltre alla meningite, può causare polmonite o infezioni delle prime vie respiratorie, come l’otite. Come il meningococco, si trasmette per via aerea e può trovarsi nelle prime vie respiratorie, senza causare alcuna malattia
«Non richiede, peraltro, nemmeno interventi di profilassi antibiotica sui familiari e i contatti stretti della donna», ribadiscono al Ca’ Foncello. —
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