Maxi buco nei bilanci dei condomini Tre denunce, ora indaga la Procura

Tutto è iniziato con una lettera recapitata nella cassetta della posta dei diciassette appartamenti del condominio “Michelangelo” in viale Nino Bixio, sul Put. Era scritta dall’impresa di pulizia: «Non veniamo più perchè non pagati da due anni». Da lì la scoperta che ha fatto scattare una triplice denuncia alla Procura di Treviso: il buco era di oltre 40 mila euro tra bollette, forniture, servizi. “Era” perchè non è finita.
il buco
Tutto è venuto alla luce a inizio luglio, quando i condòmini del palazzo che affaccia sull’anello cittadino hanno iniziato ad allarmarsi per effetto della lettera dell’impresa di pulizie. Di qui la richiesta di chiarimenti fatta direttamente all’amministratore, la società “Nino Bixio amministrazioni”. Risposte? Nessuna, se non evasive. Di qui, solo grazie alla volontà di fare chiarezza dei condomini, è iniziata una ridda di telefonate a tutti i fornitori e manutentori. Si è scoperto così che a nome del condominio c’era una lunga lista di bollette non pagate dal 2017: manutenzioni alla caldaia per 6 mila euro, luce e gas per 23 mila euro, pulizie, espurghi. Un cumulo di insoluti che alla fine superava 40 mila euro.

La denuncia
Di qui, dopo ripetuti tentativi di chiarire quanto fosse accaduto, la decisione di adire a vie legali. Tre condòmini hanno presentato formale denuncia alla magistratura circostanziando quanto scoperto e chiamando in causa la società e il suo amministratore unico: Adriano Zacconi. Che adesso dovrà chiarire che fine abbaiano fatto i soldi visto che in tutto il palazzo, tutti i residenti giurano di aver sempre pagato puntualmente le spese condominiali.

profondo rosso
Ma la “bomba” scoppiata lungo il Put, pare abbia scatenato un effetto a catena. Sarebbero infatti già stati riscontrati altri insoluti nei bilanci di almeno due palazzi all’interno del territorio del comune, sempre amministratati dalla Nino Bixio. In tanti dei palazzi gestiti dalla società con sede nei pressi dello stadio Tenni (una quarantina) sarebbero in corso analisi e calcoli sui libri contabili, in alcuni di questi solo adesso ci si sarebbe resi conto che non vi era traccia dell’ultimo bilancio (2018). Una prima stima parla di un buco che potrebbe superare i 100 mila euro, solo adesso.
Il caso “restera”
Impossibile non ricordare il caso “Restera”, la società gestita da Roberto Artuso e dalla moglie Cristina Caodaglio, finita nella bufera a seguito della sparizione di oltre 500 mila euro dai conti correnti di molti condomìni della città. Anche in quel caso tutto emerse a seguito delle richieste di pagamento di arretrati inoltrate da varie società in vari condomìni. Ne emerse una voragine che si allargava da Fiera a S.Bona, da S.Angelo a S.Maria del Rovere. Era il 2015, nel 2017 la sentenza: due anni e otto mesi all’amministratore, due anni e quattro alla moglie. —
Federico de Wolanski
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso