Matrimonio gay, Manildo commissariato

«Il sindaco Giovanni Manildo non ha cancellato la registrazione fatta dai suoi uffici di un matrimonio gay. E quindi da lunedì prossimo ci metteremo al lavoro affinché un apposito commissario...

«Il sindaco Giovanni Manildo non ha cancellato la registrazione fatta dai suoi uffici di un matrimonio gay. E quindi da lunedì prossimo ci metteremo al lavoro affinché un apposito commissario prefettizio annulli, al posto del sindaco di Treviso, quell’atto». Così la Prefettura di Treviso. Ieri era infatti l’ultimo giorno utile, per il sindaco Manildo, per cancellare autonomamente, su esortazione della Prefettura, la registrazione fatta dal Comune di Treviso del matrimonio tra i commercianti Joe Fernandes e Franco Fighera, fioristi del centro storico sposatisi all’estero. Manildo però, come il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che a sua volta ha registrato un matrimonio tra persone dello stesso sesso, ha sempre detto che non avrebbe fatto passi indietro. E ieri ribadiva: «Mi accodo a Pisapia chiedendo a Renzi di ritirare la circolare del ministro dell’Interno Alfano». Circolare ministeriale che vieta espressamente ai sindaci, dopo i primi casi, appunto di registrare matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero. E quindi i prefetti, su ordine di Alfano, prima devono invitare i sindaci a cancellare simili registrazioni, se le hanno fatte; e, se non vengono ascoltati, devono «commissariare» il sindaco per annullare l’atto al posto suo. Una formalità, ma la presa di posizione di Manildo, politicamente parlando, resta forte. Tanto che Fratelli d’Italia - come è avvenuto a Pisapia - ha annunciato che denuncerà in procura Manildo per omissione d’atti d’ufficio appunto per non aver cancellato, come aveva chiesto la prefettura di Treviso, il matrimonio gay che ha registrato a inizio del 2015 con la seguente motivazione: «Con la registrazione ho tutelato i diritti di due persone, riferendomi a criteri giuridici internazionali». (a.z.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso