Matrimoni civili, si va al risparmio

ODERZO. Sono stati 31 i matrimoni celebrati con rito civile a Oderzo in tutto il 2017. La cornice che è andata per la maggiore è stata l’ufficio della sindaca Maria Scardellato in municipio, l’unico luogo in cui è possibile sposarsi senza pagare un euro. Nessuno ha scelto invece l’attigua sala consiliare di Ca’ Diedo, dove gli sposi avrebbero dovuto pagare al Comune un obolo di 200 euro quale rimborso per le spese di preparazione e sistemazione dopo la cerimonia della sala in cui di solito si svolgono i consigli comunali opitergini. Ad aver riscosso un discreto successo è stata invece la sala messa a disposizione delle coppie di Oderzo all’interno di Palazzo Foscolo. Lì l’anno scorso si sono celebrati tre matrimoni che hanno fatto arrivare nelle casse di Fondazione Oderzo Cultura 900 euro (oltre all’Iva: Fondazione, al contrario del Comune, deve emettere fattura). Quei fondi sono confluiti tutti nelle “entrate”, la macro-voce del bilancio di Fondazione (affitto sale, vendita libri, biglietteria, attività varie): «Tutte le voci di ricavo - fanno sapere da Fondazione Oderzo Cultura - vanno a sostenere i costi di gestione, delle strutture, delle attività e dei servizi che Oderzo Cultura garantisce alla cittadinanza. Quelle entrate, in pratica, creano il budget per le attività delle strutture, come The al Museo, eventi su Alberto Martini, Siamo di Parola in biblioteca, eccetera».

Non hanno riscosso un grande successo, invece, le cinque location private nelle quali proprio dall’anno scorso il Comune, dietro richiesta degli stessi ristoranti, ha permesso di celebrare matrimoni. Sono solo due le cerimonie civili officiate nelle location private di Oderzo, uno al ristorante stellato Gellius e una alla Corte delle Frassinelle. Non se ne sono stati celebrati a Ca’ Lozzio, all’Hotel Villa dei Carpini e all’Azienza Agricola Rechsteiner.

Niccolò Budoia