Matilde è tornata a casa: l’indagine si allarga

Tentato omicidio di Loria, nuovi particolari: Loro, dopo aver dato fuoco all’auto con la moglie dentro, rientrò nella sua abitazione accompagnato dal padre
Di Sabrina Tomè

LORIA. Matilde Ardia è tornata a casa. L’impiegata trentenne è stata dimessa lunedì dal reparto Grandi Ustioni dell’ospedale di Padova dov’era stata ricoverata lo scorso 17 gennaio dopo che il marito Andrea Loro, 33 anni avrebbe tentato di ucciderla stringendole le mani al collo e dando fuoco all’auto nella quale i due viaggiavano.

I medici hanno deciso di dimetterla a fronte del decisivomiglioramento delle condizioni della donna che ora è rientrata nella sua abitazione di Loria dove potrà finalmente stare con i figli. E ad auspicare un suo rapido ritorno a casa era stato lo stesso Andrea in una lettera che le aveva scritto alcuni giorni dopo l’accaduto. L’uomo aveva chiesto scusa per «il casino», esprimendo il desiderio che la moglie si rimettesse prestoe potesse rapidamente riabbracciare i due bambini.

Per il ritorno a casa di Andrea, invece, si profilano tempi assai più lunghi. Il suo legale, l’avvocato Lorenza Secoli, ha chiesto al Riesame - nell’udienza di venerdì scorso - la scarcerazione dell’uomo. Per la difesa, infatti, gli arresti domiciliari eviterebbero comunque il rischio di reiterazione del reato (pericolo indicato dal gip di Treviso Silvio Maras), mentre non ci sarebbero né pericolo di fuga, né di inquinamento delle prove (essendo stato sequestrato tutto il materiale utile alle indagini). I giudici del tribunale lagunare si sono riservati la decisione.

Nel frattempo prosegue l’indagine della Procura su quanto accaduto la sera del 17 gennaio. Ed emerge un nuovo elemento: Andrea Loro non è rientrato a casa da solo, ma per un tratto di strada è stato accompagnato in auto dal padre. Chi ha avvertito il genitore? Gli inquirenti stanno cercando ora di stabilirlo.

Secondo la ricostruzione della difesa, il genitore si è messo in strada a cercarlo dopo aver ricevuto la telefonata del consuocero che era stato a sua volta chiamato dalla figlia Matilde. La donna, appena uscita dall’auto in fiamme, aveva telefonato a papà per dargli una prima, confusa, spiegazione di quanto era successo. L’uomo, a quel punto, aveva cercato sia Andrea che il padre. Quest’ultimo, per tutta risposta, sarebbe uscito in auto a cercare il figlio e, trovatolo, lo avrebbe accompagnato a casa. Tale ricostruzione dovrà però trovare conferma dai carabinieri che conducono le indagini coordinate dal sostituto procuratore Valeria Sanzari. Importante, a questo proposito, saranno i tabulati telefonici. Quanto ad Andrea, il giovane avrebbe risposto alla telefonata dicendo di non sapere nulla e di essere a letto.

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